Le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti danno l’impressione di un esito che non vede né vincitori né vinti. Vero è che il Partito Democratico ha riconquistato la Camera dopo 8 anni, ma non si può parlare certo di vittoria, tutt’al più si può parlare di vittoria zoppa, perché al Senato invece gli stessi democratici hanno perso un rilevante numero di seggi e in sostanza in tutti i territori dove Trump si è speso per fare campagna elettorale la fiducia nei confronti dei repubblicani è stata confermata. Dunque una vittoria dei democratici che però non indebolisce i repubblicani, nè il loro presidente eletto, un pareggio insomma.
Ma aldilà dei numeri, a guardar bene, alcuni vincitori ci sono e sono soprattutto donne, che segnano un nuovo record nel numero dei seggi occupati : 113 fra Camera e Senato, tanto da spingere molti giornalisti a parlare di “pink wave” (onda rosa).
Queste elezioni di midterm verranno ricordate come le elezioni delle “prime volte”.
Per la prima volta infatti entrano al congresso due native americane, si tratta di Deb Haaland e di Sharica Davids, quest’ultima appartiene alla tribù Ho-Chunk Nation ed è anche la prima parlamentare del Kansas dichiaratamente omosessuale.
Elette per la prima volta anche due donne musulmane: per il Michigan ci sarà Rashida Tlaib, figlia di immigrati palestinesi, mentre Ilhan Omar, una rifugiata di origini somale, rappresenterà il Minnesota e sarà la prima donna a indossare l’hijab al Congresso.
Prima volta anche per due candidate ispaniche elette in Texas e per una candidata afroamericana nel Massachussets.
A concludere questa carrellata di vittorie e primati tutti al femminile troviamo Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane parlamentare mai eletta negli Stati Uniti (29 anni), stella nascente del Partito Democratico che rappresenterà lo Stato di New York.
C’è spazio anche per i primati maschili in queste elezioni: Antonio Delgado è il primo rapper eletto al congresso nella storia degli Usa, mentre Jared Polis è il primo candidato gay a ricoprire il ruolo di governatore in Colorado.
Questi piccoli grandi trionfi all’interno delle fila democratiche potrebbero far sperare nel tanto atteso rinnovamente di cui il partito ha un estremo bisogno, sostituendo la vecchia guardia. E In particolare personaggi come Hillary Clinton e Nancy Pelosi con le quali gli elettori difficilmente riescono a immedesimarsi, perché percepite come legate al mondo della finanza e dell’alta società.
Sul versante repubblicano invece troviamo come sempre il presidente Trump che usa il suo mezzo di comunicazione preferito, Twitter, cantando vittoria con i classici toni trionfalistici a cui siamo abituati ad associarlo. Quel che non dice però è che con la camera in mano ai democratici sia il presidente che il suo partito saranno costretti a fare un passo verso il centro.
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