A cinquant’ anni dalla morte di Vittorio De Sica, maestro indiscusso della grande stagione del neorealismo italiano, regista e attore tra i più autorevoli della storia del cinema, Maria Sole Stancampiano ci guida, grazie all’arte delle sue foto, in un viaggio ermeneutico nella Roma del secondo dopoguerra abilmente descritta in Ladri di biciclette un film del 1948 diretto, prodotto e in parte sceneggiato da Vittorio De Sica. Dall’omonimo romanzo Ladri di biciclette (1946) di Luigi Bartolini, tratto da un soggetto originale di Cesare Zavattini, il film viene ritenuto un capolavoro cinematografico annoverato come opera rappresentativa, nella lista dei 100 film italiani da salvare, e classificato nella quarta posizione ne i 100 migliori film del cinema mondiale.
L’allestimento espositivo Roma e il suo doppio – il cui vernissage si terrà questo venerdì, 14 giugno 2024, ore 18:00 a Cefalù, antica cittadina arabo normanna, attrazione turistico-internazionale della costa palermitana – ricompone il set del film Premio Oscar nel 1950, in una esplorazione per immagini nella memoria dell’artista e dei suoi primi anni di vita nella città eterna, confrontandola con quello che Roma era ai tempi del film negli anni ’50.
Gli scatti di Maria Sole Stancampiano sono gioco di rimandi tra l’attualità di Roma e il suo doppio negli anni Cinquanta. Lei sceglie di non lasciarsi ammaliare dalla grande bellezza che Roma offre a chiunque, tanto da essere diventata un cliché del cinema e della fotografia. Piuttosto guarda a Roma come città plurale per eccellenza, simbolo della natura doppia delle cose. Roma che non può non ostentare il rango che le compete nella storia. Ma come una vecchia signora mostra i segni del decadimento. Nei contesti urbani, nella desolazione dei sobborghi, nella solitudine e nello straniamento degli individui.
“Roma e il suo doppio” è un viaggio nella memoria, nell’immaginario personale della propria infanzia. Quando Maria Sole Stancampiano, che a Roma è nata nel 1994, si affacciava da casa sulle rive del Tevere, sulla vista del Gasometro, del Mattatoio e dei Mercati Generali.
Nel film in bianco e nero “Ladri di biciclette”, la fotografa ritrova la Roma che lei vuole raccontare a colori.
- Intervistando Maria Sole Stancampiano le chiediamo in che modo la sua arte sia riuscita a rappresentare, ora come allora una realtà ruvida, aspramente complessa. Una realtà in cui ancora oggi il furto di una bici può cambiare la vita di un uomo, la sua possibilità di lavoro. “Roma è una città che si offre. Dispiega la sua grande bellezza – indiscutibile –a chiunque si sofferma a guardarla. E’ una città seducente. Certe volte un po’ ammiccante. Ma è una città complessa. I romani, parlo dei romani de’ Roma, quelliche ancora resistono, sono spiritosi, arguti fino a essere un po’ ruvidi. Accolgono tutti, ma prendono le distanze da tutti e tutto. Un distacco che, forse, deriva dalla coscienza di vivere nella “città eterna” per eccellenza. Ti insegnano subito a capire che non sei nessuno. Che nella città del Papa, pure il presidente della Repubblica è un numero due. La Chiesa cristiana e cattolica che detiene mezza Roma è eterna. La Repubblica chissà. Lo so che è un paradosso. Ma a me interessa guardare all’altra Roma. Quella dell’anonimato. Non quella dei monumenti, ma quella dell’archeologia industriale e del mondo operaio che ancora resiste. La bicicletta dell’attacchino del film di De Sica era indispensabile al suo lavoro. Senza non poteva mantenere la famiglia. Oggi succede lo stesso coi rider. Usano la bicicletta per lavorare. Ma poi se la devono portare a casa. Magari le appendono ai balconi. Le ho fotografate. Se le lasciano per strada non le trovano più. Oppure ne trovano solo lo scheletro.
Il fil rouge concettuale della mostra rileva una narrazione fotografica che riguarda Val Melaina, agro romano ai tempi del film e oggi periferia inurbata, talvolta scenario di risse tra nomadi.
“Roma e il suo doppio” – Graffiti copyright Maria Sole Stancampiano
2. Che lettura restituiscono i graffiti, marchio della nostra contemporaneità che segnano il centro di Roma, Porta Portese e i luoghi dell’archeologia industriale?
” I graffiti sono, appunto, il marchio dell’attualità. Leggono la politica, lo sport, perfino la cronaca, malavita inclusa. Sono il nostro quotidiano”.
Maria Sole Stancampiano, fotografa e designer, laureata a Roma in Design industriale e in Grafica e Fotografia. Ha frequentato a Madrid il Master di PHotoEspaña, laboratorio di progetti fotografici, dall’idea base alla realizzazione e all’esposizione.
3. La sua esperienza di studi in Spagna ha rappresentato un quid in più in termini formativi alla sua vita professionale?
“Alla Università Complutense di Madrid mi hanno insegnato moltissimo sulle tecniche della fotografia in qualsiasi ambito: foto di strada, natura morta, nudo e così via. Il master di PHotoEspaña è stato un continuo confronto progettuale. Non solo con i migliori professionisti del mondo spagnolo e latinoamericano che tenevano i corsi presso La Fabrica a Madrid ma anche con gli altri fotografi che partecipavano al master. Ce n’erano che venivano dal Brasile, dalla Colombia, dal Venezuela, oltre che da tutta l’Europa. Alcuni erano professionisti per età ed esperienza. Io ero tra i più giovani e con meno esperienza. Il master è servito da stimolo. Prevedeva la presentazione di un progetto a fine corso che doveva essere approvato dai curatori e dalla direttrice. Io ho preparato un fotolibro intitolato Roma y su doble. Questo libro mette a confronto fotogrammi del film Ladri di biciclette con scatti degli stessi luoghi realizzati oltre settanta anni dopo. Da questo fotolibro deriva il progetto in mostra oggi“.
4. Quando ha maturato l’ispirazione necessaria al tema della mostra?
“All’Accademia di Belle Arti di Roma ho studiato Storia della Fotografia. Il mio professore, Andrea Attardi che è anche fotografo e storico della fotografia ci ha fatto appassionare al neorealismo. Ho scoperto così Ladri di biciclette. E nel film ho ritrovato molti luoghi di Roma a me familiari. Certo, decisamente diversi rispetto a come li conoscevo io. La curiosità ha fatto il resto. Ho ripercorso i luoghi del film a me noti e ho esplorato quartieri periferici a me ignoti. Ho fotografato scegliendo le angolazioni più simili alle riprese del film“.
5. Ritiene che ci sia abbastanza “sé stessa” nel lavoro finale?
“Credo che tutti mettiamo la nostra anima in quello che facciamo. Tutti gli artigiani che realizzano qualcosa usando tecnica ed idee. Ecco, mi piacerebbe essere considerata una brava artigiana“.
6 Come è stato crescere a Roma? Pensa sia stato importante per trovare la sua dimensione artistica?
“La nascita è una casualità. In ogni caso l’identità si forma nei primi anni di vita”.
7. Qual è il messaggio che vuole trasmettere attraverso il topic dominante della sua esposizione?
“Il film, girato nel 1948 mostra la miseria dell’immediato dopo guerra in Italia e l’importanza che aveva il possesso di una bicicletta per poter vivere. Anche oggi i rider lavorano grazie a una bicicletta o a un motorino. Rischiano la vita nel traffico di Roma o delle altre grandi città per pochi euro. Mi colpisce la solitudine degli individui. Oggi come allora. Forse oggi acuita dalla competitività nel bisogno”.
8. Cosa si aspetta dal giorno dell’inaugurazione?
“Che a qualcuno piacciano le mie foto”.
9. Quale il suo prossimo sogno nel cassetto da realizzare?
“Mi piacerebbe riuscire a realizzare un libro di fotografia su Insula Imago, che è stato l’argomento della mia tesi di laurea col professore Andrea Attardi. Approfondire il tema della scuola siciliana all’interno della fotografia italiana, dagli esordi con gli Incorpora fino ad oggi. La Sicilia ha prodotto ottimi fotografi“.
Ad ospitare l’evento d’Arte, il 14 giugno prossimo, la Galleria (Art/ Design/Caffè letterario) in via Mandralisca, 23 a Cefalù.
L’esposizione sarà visitabile dal 14 giugno al 14 luglio 2024.
La presentazione dell’incontro sarà a cura di Mariella Oliveri, appassionata di cinema e fotografia con cui Maria Sole Stancampiano dialogherà insieme a Giuseppe Provenza curatore degli eventi culturali della Galleria.
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Alcuni momenti della cerimonia inaugurale della mostra “Roma e il suo doppio” alla Galleria (Art/ Design/Caffè letterario) a Cefalù
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Cenni biografici
Maria Sole Stancampiano a Roma si è laureata in Design industriale e poi in Grafica e Fotografia. Ha frequentato a
Madrid il Master di PHotoEspaña, laboratorio di progetti fotografici, dall’idea base alla realizzazione e all’esposizione. Ha partecipato alla collettiva fotografica “Punto de encuentro”, in mostra al Centro de arte Alcobendas (Madrid) dal 20 settembre al 5 novembre 2023. Nel cassetto ha “Insula Imago”, viaggio intorno alla fotografia in Sicilia dagli esordi al “verismo” del fotoreportage in voga fino agli anni Novanta.