È morta Françoise Hardy, cantautrice, scrittrice, attrice francese e influencer di moda. ‘La mamma se n’è andata’. Ad annunciare la scomparsa sui social con un breve messaggio il figlio Thomas Dutronc.
Nata a Parigi il 17 gennaio 1944, Françoise Hardy, tra le icone degli anni Sessanta e interprete del movimento ye-ye, era ammalata di cancro. L’artista lo aveva rivelato nel 2019, ritirandosi dalle scene.
Debuttò a soli 16 anni, nel 1960, e fu lanciata nel 1962 dalla trasmissione televisiva “Salut les copains” che rese popolare la sua canzone “Tous les garçons et les filles“, con grande notorietà in tutto il mondo. Un brano all’insegna del disagio adolescenziale per due milioni di copie vendute anche nella versione italiana ‘Quelli della mia età’.
Nell’arco della sia carriera si è esibita spesso in inglese, italiano, spagnolo e tedesco. È del 1963 la partecipazione all’Eurovision Song Contest con ‘L’amour s’en va‘ classificandosi al quinto posto.
Tra i successi italiani
È all’amore che penso’ e ‘L’età dell’amore’, prima in classifica. Nel 1966 il Festival di Sanremo con ‘Parlami di te’ cantata in coppia con Edoardo Vianello. Nel suo repertorio anche ‘La Maison où j’ai grandi’, adattata dal paroliere Eddy Marnay. cover de ‘Il ragazzo della via Gluck’ di Adriano Celentano, in gara a Sanremo nel ’66. Canzone dedicata alla via della periferia milanese in cui il cantante era cresciuto.
Programmi della Televisione italiana
Françoise Hardy partecipò anche a ‘Chez Vous’ (1967) di Enzo Trapani; ‘Diamoci del tu’ (1967) condotto da Caterina Caselli e Giorgio Gaber e ‘Pistaaa’!!!’ (1969) con Vittorio Salvetti.
Il cinema tra il 1963 e il 1972.
‘Il Castello di Svezia’ (1963) di Roger Vadim; ‘Altissima pressione’ (1965) di Enzo Trapani; ‘Il maschio e la femmina’ (1966) di Jean-Luc Godard e ‘Grand Prix’ (1966) di John Frankenheimer.
Moda
Françoise Hardy icona di stile ed eleganza fin dagli anni ’60 influenzò la moda dell’epoca, indossando le creazioni di Paco Rabanne, André Courréges, Emmanuelle Khanh e Yves Saint Laurent.
Di recente nota la sua influenza su Nicolas Ghesquière, ex-capostilista della maison Balenciaga, e di Louis Vuitton.