Aveva 88 anni. L’attore francese, dagli occhi di ghiaccio e dalla bellezza innata. L’uomo che non deve mai chiedere. Una metafora che mi gira intorno. Alain Delon ci ha lasciato in un’estate torrida, da anni affetto da linfoma, è morto a Douchy, il 18 agosto del 2024.
Non solo una icona della rinascita del cinema tra il noir e il poliziesco, ma l’attore che, nato dal nulla, si è confrontato con Tomasi di Lampedusa a Proust. Diretto da registi che vanno da Visconti a Antonioni a Zurlini, per restare solo in Italia. Ha portato sulla scena cinematografica Zorro, Borsalino sino a Casanova.
Il Casanova di Delon ha una luce esemplare. Credo che sia il film più riuscito dedicato a Giacomo Casanova. Con “Il tulipano nero” e la “Piscina” tocca l’estremo del personaggio duro e malinconico. In una Francia contraddittoria politicamente fa delle scelte precise e coraggiose sino al 2022.
Tancredi e Rocco sono personaggi esemplari che lo porteranno al successo tra il “Gattopardo” e “Rocco e i suoi fratelli”. Il film che mi ha maggiormente toccato e che non smetto di rivedere, anche recentemente in una nuova ristrutturazione, resta “La prima notte di quiete”.
Un film tragico che il suo personaggio e la sua personalità hanno reso di una drammaticità in cui la passione per una donna è diventata inquietudine. Il docente che arriva a Rimini, dopo un passato incerto, con la sigaretta Galois senza filtro tra le labbra, e un piccolo libro di poesie sconosciuto ma ritrovato dove la morte è sempre in agguato e il rimorso lascia le piaghe.
Il personaggio Delon muore tragicamente in un incidente stradale mentre sta per recarsi dalla sua amante alunna ha la morte già nello sguardo.
Al contrario del Tancredi del Gattopardo che modernizza la politica e la storia nel voler cambiare affinché tutto testa com’è. In Casanova c’è l’eleganza e la decadenza. Il tempo maturo del ritorno è della decadenza della bellezza.
Diceva: “Ho conosciuto tutto e ricevuto tutto dalla vita, ma la vera felicità è donare”. Un concetto che lo ha reso popolare oltre ai suoi film dagli anni cinquanta in poi.
Ha amato le sfide. Come, io riprendo, il Casanova da lui interpretato che ritorna ormai anziano e cerca di conquistare la bella Marcolina dove la commedia si intreccia con il dramma e il senso del romantico che non ha perso.
Molto interessante il suo “Frank Costello faccia d’angelo”. Poliziesco, noir e giallo. Tre generi che Alain ha sempre interpretato con spessore e capacità. Come “zi senza nomi” o “La notte sulla città” o ancora “Il clan dei sicilani” o “Crisantemi per un delitto” o “Morte di una carogna”. Entra nel ruolo dello zingaro con un film che riporta a Robin giustiziere dei poveri.
Io resto comunque legato a suoi tre film che nascono nella letteratura. “Un amore per Swann” tratto da Proust, con una splenda Ornella Muti, al “Gattopardo” con la sublime Claudia Cardinale e a “La prima notte di quiete” con una “Vanina Vanini” e una malinconica Sonia Petrova intraprendente che riporta a Stendhal.
Insomma Alain Delon ha accorpato la mia giovinezza e chissà forse anche alcune scelte letterarie.
Un mito? Ma certamente sì. Sia per la sua grandezza e per ciò che ha rappresentato per quel volto che sembrava avesse inciso un malessere.
Nei suoi film c’è tutta una vita. Poi dalla televisione al teatro è un altro discorso. Importante.
Alain Delon: “In amore si deve osare tutto se si è davvero innamorati”.
“Odio questa epoca la rigetto. Tutto è falso, tutto è distorto. Non c’è rispetto, non ci sono più parole d’onore. Conta solo il denaro. So che lascerò questo mondo senza rimpianti”. Alain Delon nel lasciare la scena nel 2018.
Photo cover: Alain Delon in La prima notte di quiete. Film 1972
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Mic
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