In Siria sono ripartiti gli aiuti umanitari dell’Onu. Erano stati sospesi in seguito al raid aereo su un convoglio diretto alla città di Aleppo lunedì 19 settembre, alla scadenza della tregua negoziata tra Usa e Russia, una settimana prima. Il bombardamento ha causato una ventina di morti, tra cui bambini ed operatori umanitari. Non si conosce con certezza la matrice del piano d’attacco. Russia e Stati Uniti si accusano a vicenda. Al consiglio di sicurezza Onu sulla Siria, John kerry, segretario di Stato americano, ha espresso profonda indignazione e invitato Mosca ad agire con responsabilità e controllare Damasco per eventuali bombardamenti sulle forze antagoniste e civili, comprese le colonne umanitarie. Le popolazioni siriane sono giunte a livelli di disperazione altissimi, ed hanno ogni giorno di più necessità di assistenza. I bambini sono a rischio di sfruttamento, abusi e non ultimo di malattie. Ieri con la ripresa degli aiuti è partito un convoglio carico di farmaci di ogni genere, diretto a Moadamiya, nella periferiferia di Damasco, assediata dai ribelli. Inoltre i quaranta camion bloccati al confine turco-siriano, dovranno riuscire ad arrivare a destinazione nelle prossime per evitare l’alterazione degli alimenti trasportati, in scadenza lunedì. Lo ha dichiarato Jan Egeland , consigliere per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, sottolineando che Bashar al Assad deve intervenire perchè i convogli arrivino ad Aleppo.
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