Casanova il più antirazionale dei filosofi e un anticipatore del Novecento

Alla politica non credette mai e divenne un ribelle che non accolse mai il tempo dell'Illuminismo...Il Settecento veneziano è arte ma anche disordine. Goldoni fu amico di Casanova e Casanova lo stimò al punto di intrecciare storie e linguaggi. Ma il secolo della Ragione non comprese ciò che Casanova realmente volesse essere...Venezia, Napoli e Parigi, tre città, gli inizi di un viaggio incandescente. Cronaca e amori. Conflitti e strategie per il maggiore anticipatore di un secolo nuovo quale fu il Novecento che raccontò l'estetica della sensuale Bellezza

di Pierfranco Bruni

Venezia, Napoli e Parigi, tre città (e non solo queste città) che hanno segnato gli inizi di un viaggio incandescente. Cronaca e amori. Conflitti e strategie. Giacomo Casanova non è mai da identificarsi in un Don Giovanni ma certamente nell’uomo della fuga. Non tanto dalle donne ma dal potere.
La sua visione della libertà non è identificabile nel libertinaggio e tanto meno in una ricerca di democrazia. Non conosceva il concetto di democrazia perché non lo accettò come “luogo” istituzionale. Volle essere un nobile e forse lo era davvero. Si trovò a recitare l’aristocratico di una nobiltà ereditata.
Alla politica non credette mai e divenne un ribelle che non accolse mai il tempo dell’Illuminismo. Il suo essere in parte romantico anticipò un secolo che lo mise subito nel dimenticatoio. Un solitario per devozione e questa devozione gli pesò molto quando venne “confinato” da bibliotecario nel castello di Dux nella realtà dell’allora Boemia e nella Cecoslovacchia di oggi. Il quarto spazio, se così si può definire, fu proprio il castello.
Qui le sue Memorie presero corpo dopo diversi tentativi di scrittura non soggettiva. Comprese che soltanto raccontando la sua vita, e a volte inventando, poteva restituire alla sua epoca uno spaccato di storia. Venezia era la città dei teatri e quindi della recita. Recitò la sua vita sul palcoscenico dei giorni.
Solo con il ricordo di un amore tracciò il percorso finale del duo destino. Morì in attesa di una lettera. Morì scrivendo aspettando. È certo che non perse mai l’ironia soprattutto quando visse a Roma. Altra città a lui molto cara.
Comprese bene il potere e i poteri tanto da dire:
“Mi sono accorto che mi trovavo in luogo ove se il falso pareva vero le realtà dovevano sembrare de’ sogni”.
Venezia, la città della recita e della nascita. Napoli, la città in cui vi abitò come Boccaccio. Parigi, la città che da povero inventò la ricchezza. Roma, la città popolare attraversata da aristocratico.
Poi tante altre ancora. Da Vienna alla Spagna.
Il castello di Dux trasformò la devozione in desolazione. Ciò che mai dimenticò fu la bellezza. E per bellezza viaggiò fuggì si isolò. Ma non di fece mai rapire dalla ragione. E questo gli valse il fatto che le sue Memorie restarono un capolavoro d’arte in un Settecento disordinato. Il Settecento veneziano è arte ma anche disordine.
Goldoni fu amico di Casanova e Casanova lo stimò moltissimo al punto di intrecciare storie e linguaggi. Ma il secolo della Ragione non comprese ciò che Casanova realmente volesse essere. Venne condannato.
Questa condanna si protrasse nei decenni e tutt’oggi se non lo si tira fuori dalle idee illuministe non potrà essere capito fino in fondo. Il fatto è che fu anche filosofia. Il più antirazionale dei filosofi e il maggiore anticipatore di un secolo nuovo quale fu il Novecento che raccontò l’estetica della sensuale Bellezza.

Photocover : Alain Delon: Il ritorno di Casanova (Le retour de Casanova) film del 1992 diretto da Édouard Niermans. 

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024)  direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Ministero della Cultura  (MiC)
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