Era di Ottobre nove anni fa e pioveva leggero con il vento di sempre

Si vive in un immaginario che ci accompagna. Il ricordare segna il non dimenticare lungo la strada dell'esistenza. Mi si dirà: Purtroppo è la vita. Questo non toglie a quel tempo divenire ancora più piccolo, le mancanze diventano distanze...nella consapevolezza del silenzio... Era di Ottobre quel giorno. Una domenica di Ottobre.

di Pierfranco Bruni

Ho sempre pensato che il tempo smette di essere lo stesso tempo nel momento in cui un padre e una madre vanno via. Quello stesso tempo si disgrega quando una sorella prende la via del vento impressionante.
Mi si dirà: Purtroppo è la vita. Questo non toglie però che sempre quel tempo diventa ancora più piccolo e le mancanze diventano distanze.
Si convive con le distanze che si fanno malinconia la quale si raccoglie nel ricordo. Il ricordare segna il non dimenticare lungo la strada proprio dell’esistenza. Si abita il distacco con la consapevolezza del silenzio. Si vive in un immaginario che ci accompagna.
Cosa è l’immaginario? Ricostruirsi con la simbologia della memoria più definita. Sono passati anni. È come se fosse soltanto poche stagione fa e poi si fanno i conti con gli anni. Turbano.
L’inquietudine del restituire tutto al passato è non restare più in quel tempo quando si era tutti insieme. Cammino nell’imbrunire e faccio luce alle strade che si offrono alle ombre e poi al buio. Non ci siete più.

Madre mia mi hai detto un giorno: Vorrei non morire soltanto per non lasciarti e aspettarti sempre nelle sere delle tue andate e ritorni. Mi aspettavi sveglia sempre a qualsiasi ora. Non ti addormentavi e stavi lì in quella poltrona dove passo ore ore, quando sono in Calabria, leggendo scrivendo pensando. Sei quella verità che porto nel cuore.

Ho tra le dita fili di luna. È giunta la notte. Aspetterò. Il rumore delle onde che scavalcano le rocce e gli echi portano immagini. L’immaginario! Mia madre ha seguito mio padre dopo quasi tre anni. Mi era rimasta Giulia. Ogni destino recita il destino. Era di Ottobre quel giorno. Una domenica di Ottobre.

Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente della Giunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024)  direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Ministero della Cultura  (MiC)
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