Rio de Janeiro – Diego Dzodan, numero 2 di Facebook è stato arrestato dalla polizia brasiliana. Il vice presidente per l’America latina del colosso di Palo Alto, è stato fermato ieri mattina mentre si recava a lavoro, si trova ora nel carcere di San Paolo per non aver condiviso con gli inquirenti dati ritenuti rilevanti per un’indagine di droga. “Siamo amareggiati, si tratta di una decisione estrema e non proporzionata..”ha detto il portavoce del social , “siamo sempre stati disponibili e continueremo a collaborare con le autorità” ha aggiunto.
Una vicenda simile a quella che nei giorni scorsi ha coinvolto Apple negli Stati Uniti, per aver negato al tribunale la chiave di accesso ai dati dell’iPhone appartenuto agli stragisti di San Bernardino.
Sembrerebbe che non sia la prima volta che il colosso di Palo Alto si rifiuta di condividere gli interessi delle autorità giudiziarie brasiliane. Qualche mese fa infatti, la magistratura ha eseguito un blocco temporaneo sul servizio Whatsapp di proprietà di Facebook, per il rifiuto dell’Azienda di mettere a disposizione la messaggistica di alcuni utenti, che secondo fonti giornalistiche, facevano parte di una associazione criminale. Ma i responsabili di WhatsApp hanno commentato “non possiamo fornire informazioni che non abbiamo. Abbiamo collaborato al massimo delle nostre capacità in questa inchiesta e se da una parte rispettiamo il lavoro importante delle forze dell’ordine, dall’altra siamo fortemente in disaccordo con la loro decisione”.