• Domani, 19 novembre 2024, il ddl di modifica al Codice della Strada arriva in Senato per l’approvazione finale; • ieri, 17 novembre, si è celebrata la Giornata Mondiale in ricordo delle vittime della strada (in Italia 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno); • sono decine le mobilitazioni, i presidi, le proteste e i flash mob in corso in questi giorni in tantissime città italiane dal Nord al Sud, promosse dalle associazioni dei familiari delle vittime sulla strada, associazioni ambientaliste, per la mobilità sostenibile e organizzazioni sindacali, unite per dire STOP al nuovo ‘codice della strage’.In questo scenario, FIAB-Federazione Italiana Ambiente Bicicletta ha scritto direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per ribadire i danni che deriverebbero dalle modifiche al Codice della Strada La mobilità sostenibile e la sicurezza stradale, con questa riforma, fanno un balzo all’indietro di 40 anni, riducendo il livello di tutela della vita umana sulla strada, a danno di tutti, con qualsiasi mezzo di trasporto si muovano. Inoltre allontana ancora di più il nostro Paese dal resto dell’Europa, dove già siamo al 19° posto su 27 per tasso di mortalità, andando in direzione opposta alle riforme grazie a cui gli altri Paesi lo hanno invece ridotto con successo. FIAB rinnova inoltre al Presidente Mattarella la totale disponibilità di collaborazione anche in vista della successiva discussione dei decreti delegati che il Governo proporrà nei prossimi mesi al Parlamento, in attuazione della delega contenuta nella legge, per la riscrittura dell’intero Codice della Strada.L’obiettivo rimane quello di ridiscutere l’impianto normativo. |
TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA-APELLO INVIATA DA FIAB -Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA:
Carissimo Presidente,
domenica 17 novembre viene celebrata la Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada.
Ci rivolgiamo ancora a Lei in occasione di questa commemorazione in quanto la prossima settimana, proprio in concomitanza della Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della strada, è previsto il voto finale al Senato sulla riforma del Codice della Strada, approvato in precedenza alla Camera.
L’impianto della riforma è per noi molto chiaro: debole con i forti, dando maggiore libertà di circolazione ai veicoli a motore, i cui guidatori secondo i dati Istat causano il 94% delle collisioni e il 98% dei morti, e forte coi deboli, restringendo viceversa le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città. Il nuovo CdS ad esempio, limita gli autovelox invece che la velocità, che è la prima causa delle collisioni con morti o feriti gravi; vieta controlli automatici sulla guida distratta al cellulare, che è fra i primi fattori di incidentalità; introduce una sola multa per più infrazioni, incentivando la violazione di quante più regole.
È una modifica particolarmentedannosa perché rende più difficile realizzare o proteggere aree pedonali, ostacola piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato, fondamentali per la tutela dell’incolumità e della salute delle persone nelle città; e limita di fatto l’azione dei Comuni e la loro autonomia decisionale, anche dal punto di vista burocratico, sottoponendoli a decreti ministeriali.
La casuale o voluta (e inopportuna) approvazione di questa legge, in occasione della Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada, è un ulteriore vilipendio a tutte quelle persone che hanno avuto un lutto o infortuni con gravi invalidità a causa di collisioni stradali, che sono la prima causa di morte per persone fino a 29 anni di età.
Questa sedicente riforma ostacola la prevenzione aumentando anziché abbassare il conflitto e la violenza stradale, che il nostro Paese paga con un tributo di sangue e sofferenza pari 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno. È la prima causa di morte violenta nel nostro paese, con un numero di vittime addirittura triplo delle troppe e inaccettabili morti sul lavoro, secondo i dati INAIL.
La mobilità sostenibile e la sicurezza stradale, con questa riforma, fanno un balzo all’indietro di 40 anni, riducendo il livello di tutela della vita umana sulla strada, a danno di tutti, con qualsiasi mezzo di trasporto si muovano. Ci allontana ancora di più dal resto dell’Europa, dove già siamo al 19° posto su 27 per tasso di mortalità, andando in direzione opposta alle riforme grazie a cui gli altri Paesi lo hanno invece ridotto con successo.
Ci preme anche in questo caso sottolineare la sensibilità che Lei, signor Presidente, ha sempre dimostrato per la vita umana, la sicurezza e l’incolumità delle persone.
Alla riforma del codice si aggiungono i tagli della Legge di bilancio 2025, come la riduzione della spesa per la sicurezza stradale (-4,6 milioni di euro per interventi di sicurezza stradale e per l’educazione stradale, nella “spending review” del Ministero dei trasporti); l’azzeramento gli investimenti per la ciclabilità (-47 milioni di euro per le piste ciclabili urbane e -31,9 milioni di euro per le ciclovie turistiche); il definanziamento del capitolo “mobilità sostenibile e sicurezza stradale” del Fondo per lo sviluppo infrastrutturale del Paese (-70,3 milioni di euro); mancata previsione dello stanziamento per l’attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030, che vale 1,4 miliardi di euro.
Ricordare le vittime della strada deve andare oltre la doverosa commemorazione, deve essere stimolo di decisioni, apparentemente impopolari, che portino il nostro Paese al fianco delle nazioni europee più virtuose e attente al benessere e alla salute dei cittadini.
Nel ringraziarla per l’attenzione posta a questo nostro appello, rimaniamo a sua disposizione anche in vista della successiva discussione dei decreti delegati, che il Governo proporrà nei prossimi mesi al Parlamento, in attuazione della delega contenuta nella legge, per la riscrittura dell’intero codice della strada.
Il nostro impegno sarà massimo, assieme alle altre associazioni familiari vittime della strada e ambientaliste, con l’obiettivo di ridiscutere l’impianto normativo, avendo come fine il benessere delle persone e non solo di alcune categorie.
Voglia gradire, signor
Presidente, i più sinceri e cordiali auguri di buon lavoro.
Alessandro Tursi
presidente FIAB Italia
Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
Milano, 15 novembre 2024