Archeologia, accordo MiC-UCEI su scavo, conservazione e restauro di contesti funerari ebraici

Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto il 19 dicembre 2024 a Roma, nella Sala Molajoli del Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande del Ministero della Cultura, dal Capo dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale, Luigi La Rocca, e dalla Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni

Roma – Sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MiC e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) per disciplinare le attività di scavo, conservazione e restauro dei contesti funerari ebraici. L’accordo è stato firnato il 19 dicembre 2024 a Roma, nella Sala Molajoli del Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande del Ministero della Cultura.

Il Codice dei beni culturali e del paesaggio riserva al Ministero della Cultura la ricerca archeologica e la possibilità di richiedere saggi preventivi in vista della realizzazione di lavori pubblici. Tuttavia, per le catacombe ebraiche esiste una specifica disposizione normativa (art. 17 legge 101/1989) che prevede la partecipazione delle Comunità ebraiche alla loro gestione. Più in generale, lo Stato, l’UCEI e le comunità ebraiche collaborano alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale dell’ebraismo italiano, anche tramite l’operato di una Commissione mista, recentemente riattivata con decreto del Segretario Generale del Ministero della Cultura il 7 settembre 2023.

Il protocollo disciplina i criteri per lo scavo, la conservazione e il restauro dei contesti funerari ebraici, tenendo conto sia delle esigenze religiose e culturali delle Comunità ebraiche, in primis la perpetuità delle tombe, prescritta dalla tradizione, sia dell’interesse pubblico di tutela e conservazione dei beni archeologici, nonché della necessità di realizzazione di opere pubbliche eventualmente condizionate dai ritrovamenti.

L’accordo prevede che, in caso di interventi di archeologia preventiva in siti con possibile presenza di cimiteri ebraici, siano preliminarmente effettuate tutte le possibili ricerche storiche, archivistiche e archeologiche non invasive. Nel caso di individuazione di sepolture ebraiche durante uno scavo, sarà tempestivamente costituito un tavolo tecnico multidisciplinare composto da rappresentanti del Ministero, dell’Unione e degli eventuali enti di ricerca coinvolti, per stabilire le modalità operative più opportune e gli interventi ammissibili e non ammissibili per il singolo contesto. Quando verranno ritrovati resti antropologici riferibili a sepolture ebraiche, la loro custodia sarà affidata in via definitiva all’UCEI per tutelarne l’integrità e garantirne il trattamento e la sepoltura in conformità alle prescrizioni rituali ebraiche. I dati scientifici derivanti dallo studio di quanto rinvenuto saranno considerati di proprietà congiunta dello Stato e delle Comunità ebraiche.

Per le catacombe ebraiche già identificate, le prescrizioni di tutela e valorizzazione del sito da parte delle Soprintendenze territorialmente competenti dovranno essere di volta in volta condivise con l’UCEI, prendendo a modello precedenti esempi di efficace collaborazione, come quello del protocollo tra UCEI e Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma per le catacombe di Villa Torlonia.

L’intesa è stata sottoscritta dal Capo dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale, Luigi La Rocca, e dalla Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni.

Esistono specifiche prescrizioni religiose ebraiche in materia di trattamento di resti umani e aree cimiteriali poste a salvaguardare dignità e la sacralità anche dell’essere che era stato un essere vivente. Così, la riproduzione di immagini fotografiche per divulgazione, valorizzazione e pubblicazioni scientifiche dovrà tenere conto delle prescrizioni della tradizione ebraica che hanno un valore anche per tutta la collettività. Pertanto, questo protocollo di intesa, punto di partenza per un progetto ambizioso, è un passo importante per salvaguardare tanto l’integrità dei precetti religiosi quanto l’interesse pubblico derivante dalla tutela del patrimonio culturale nazionale”, ha dichiarato la presidente Di Segni.

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