Foto di Gianfranco Fortuna per Arthemisa -2024
Roma – C’è tempo fino al 19 gennaio 2025 per visitare la mostra di Fernando Botero a Palazzo Bonaparte a Roma. Adatta a grandi e piccini, l’esposizione è stata curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua arte.
Oltre 120 opere, tra dipinti, disegni, acquerelli e sculture del grande artista colombiano scomparso un anno fa all’età di 91 anni.
Prima di entrare nelle sale, B-Hop.it consiglia ai lettori di gustare il video introduttivo sulla figura del maestro, per sentire dalla sua stessa voce il racconto della sua vita e dei suoi oltre 60 anni di successi internazionali.
Nato in Colombia nel 1932, Botero inizia a dipingere in giovane età. La madre crede nel suo talento e lo sostiene quando decide di abbandonare la scuola di matador per mettersi alla prova come artista.
Con soli 200 dollari in tasca e tanta tenacia, parte quindi per New York, dove il Museum of Modern Art (MoMa) decide di acquistare il suo Monna Lisa all’età di dodici anni. E’ così che si impone sulla scena artistica internazionale. Era il 1961.
Inizia con la sua arte e sete di conoscenza a girare il mondo e non smetterà mai. Dopo il primo periodo negli Stati Uniti, arriva in Italia con il preciso intento di studiare i capolavori del Rinascimento.
Proprio nelle prime sale della mostra di Palazzo Bonaparte si può ammirare il frutto di tanto studio, il suo Omaggio a Mantegna, un’opera straordinaria per la prima volta in esposizione, scoperta solo recentemente da Lina Botero attraverso la famosa casa d’aste Christie’s.
Botero ha reso omaggio ad altri grandi artisti e a Palazzo Bonaparte è possibile vedere le sue versioni de la “Fornarina” di Raffaello, il dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca, i ritratti borghesi di Rubens e “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Van Eyck e l’inedita, perché prima d’ora mai uscita dallo studio parigino di Botero, versione dell’infanta Las Meninas di Diego Velázquez, pittore che emulò durante il suo periodo di studio al Prado di Madrid.
Botero era guidato da una convinzione:
“Tutti i grandi artisti sviluppano uno stile proprio, riconoscibile anche nelle forme più semplici. Un’arancia dipinta da Cézanne è diversa da una di Picasso, Van Gogh o Botero. Senza uno stile unico, un artista non esiste veramente”.
E lo stile di Botero é certamente inconfondibile: le forme piene, abbondanti, tonde connotano le sue opere, fortemente espressive. Siano essi uomini, donne, bambini, elementi della natura o animali, tutto si arrotonda e riempie di colore e sfumature.
Nel percorso della mostra Botero racconta pezzi della sua vita, anche i più dolorosi, come la morte del suo amato figlio Pedro, omaggia la sua terra e l’America Latina, provoca e denuncia, come nella serie dedicata alla Chiesa e ai crimini commessi ad Abu Ghraib. Con la sua opera lascia un segno indelebile nel tempo.
nel tempo.
“Questa è una mostra ricca di gioia ma anche stimolante e emozionante. Le stanze in cui Botero ha reinterpretato le opere dei maestri del passato mi hanno fatto sorridere e con la scelta di inserire le citazioni lungo il percorso sono state comunicate con molta efficacia le sue idee sul potere di studiare il passato per creare arte realmente originale.
C’é un buon equilibrio tra i dipinti più ‘leggeri’ e quelli di natura più scioccante. Particolarmente potenti sono state le stanze che mostravano le sue dolorose rappresentazioni degli abusi nella prigione di Abu Ghraib. Sono stata molto felice di aver scoperto Botero grazie a questa mostra, affascinante e molto piacevole”, dice Louise, turista inglese appassionata di arte.
Nelle sale si susseguono le serie più conosciute come quelle sull’America Latina, l’arte circense, la natura morta e la corrida, le scene di nudo in bagno.
Una sala è interamente dedicata alle opere più recenti, del 2019, nelle quali Botero sperimenta la tecnica degli acquarelli su tela e in grande formato dipingendo una pera, tre vasi di fiori e delle nature morte.
La sala immersiva (forse l’unico punto debole del percorso espositivo) arricchisce l’esperienza del visitatore, anche se non è chiarissima la modalità di fruizione.
Molti restano ai lati, telefonino in mano, per assistere a qualche cosa che invece li dovrebbe vedere protagonisti. I bambini, naturalmente più liberi, attraversano la sala con minore ritrosia. Si muovono sul pavimento a specchio, tentano un contatto con le proiezioni e si lasciano trasportare dal ritmo della musica e delle animazioni.
Uno di questi è Martino, 7 anni, alunno di una scuola elementare della capitale: “Sono stato alla mostra la prima volta con la mia classe e la maestra, ma ci sono tornato altre due volte perché è talmente bella che quando abbiamo avuto degli amici in visita ci siamo venuti tutti insieme. Mi piace il suo stile e come usa i colori. Le persone sono tutte grandi, alcuni oggetti invece proprio piccoli, come il verme nella pera gigante. Ho due quadri preferiti: il primo è quello del toro trafitto dal torero e l’altro è quello con i fiori blu e rossi. Mi sono piaciute molto anche le statuine di bronzo dei due ballerini”.
La mostra è aperta tutti i giorni: dal lunedì al giovedì 9.00 – 19.30; venerdì, sabato e domenica 9.00 – 21.00. La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura.
I biglietti sono acquistabili online su www.mostrepalazzobonaparte.it al costo di 16 euro per gli adulti, di 11 per i bambini dai 4 agli 11 anni non compiuti. Ci sono molte convenzioni e possibili riduzioni. Al costo aggiuntivo di un euro si può noleggiare la comoda audioguida con percorsi differenziati per adulti e per bambini. Ci sono anche visite guidate, sempre su prenotazione.
Caldamente consigliato prenotare in anticipo e consultare le disponibilità nei siti di riferimento: www.mostrepalazzobonaparte.it o www.arthemisia.it
(https://www.b-hop.it/bin/fernando-botero-la-grande-mostra-a-roma/)