Brasillach. Il mito della giovinezza e il diario di una generazione

La politica come pensiero in un contesto tragico. I suoi personaggi sono ombre di tempo e attraversatori di giovinezza. Una recita che mostra la vita e la morte. Credo che Camus e Basillach siano molto più vicini di quanto non sembri. Il mio Brasillach non è soltanto un costruttore di un pensiero. È soprattutto il diario di una generazione di una giovinezza. Il diario di una profonda coerenza. Oltre la storia... Il 2025 è l'anno di Robert Brasillach. Lo scrittore francese fucilato il 6 febbraio del 1945

Pierfranco Bruni*

È il mito della giovinezza che attraversa gran parte dell’opera letteraria di Robert Brasillach. Chi di noi non ha fatto della giovinezza un sublime cammino? Proustiano fino in fondo.
Uno scrittore che ha toccato la parola con l’incidere della metafisica senza discutere di filosofia ma di domande inevase sul tempo. Perduto. Ritrovato. Forse anche mascherato.
Sollecitando la politica a non farsi prassi. Bensì idea. La politica come pensiero in un contesto drammatico. Più che altro tragico. I suoi personaggi sono ombre di tempo e attraversatori di giovinezza. Quella ruota del tempo ha i suoi sette colori in un destino in cui l’amore ha le voci delle lontananze e delle vicinanze.
Una recita che mostra la vita e la morte. Credo che Camus e Basillach siano molto più vicini di quanto non sembri. È la regalità del ricordo e della memoria che lega i loro cuori lacerati da parole non ascoltate.
È sempre il tempo che scivola tra le pareti del labirinto e tocca il volto in un viaggio indissolubile che diventa una andata e un ritorno.
Ovvero Proust dirà: “L’unico vero viaggio, l’unico bagno di giovinezza, sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è”.
Ovvero ancora con Camus: “Segno della giovinezza è forse una magnifica vocazione per le facili felicità”.
Infatti: “Se c’è un peccato contro la vita, non è tanto disperarne, quanto sperare in un’altra vita, e sottrarsi all’implacabile grandezza di questa”.
Oltre la giovinezza c’è il ricordare. Quel ricordare di Berenice o dei sette colori delle vite che vivono in noi. Attraversarlo il tempo è non subirlo. Viverlo con tutto il coraggio e l’indisciplina della giovinezza.
Bisogna toccare ciò che resta della bellezza per ricostruire l’armonia. È necessario non perdere il senso del tutto. Il senso e il tutto in Brasillach sono armonia di un intreccio dei personaggi che raccontano non una storia ma la vita.
Un significato che nelle “Sei ore da perdere” raccolgono il quotidiano dell’esistente. Oltre la vita è altro.
Il mio Brasillach non è soltanto uno scrittore. Non è soltanto il costruttore di un pensiero. Non è soltanto il cattolico che scrive i salmi e si pone in orante devozione.
È soprattutto il diario di una generazione. Il diario di una giovinezza. Il diario di una profonda coerenza. Il suo diario sarebbe potuto essere anche il mio.

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Il 2025 è l’anno di Robert Brasillach (Perpignano, 31 marzo 1909 – Arcueil, 6 febbraio 1945). Esce per i tipi di Solfanelli Tabula Fati un nuovo libro di Pierfranco Bruni dedicato al giornalista, critico letterario de «L’Action française” e scrittore francese, fucilato il 6 febbraio del 1945.

Dopo la liberazione di Parigi nel 1944, accusato di collaborazionismo con il Terzo Reich, Brasillach fu condannato a morte e giustiziato, avendo De Gaulle rifiutato di concedergli la grazia. La sentenza rimane un caso controverso nella storia giuridica francese, perché basata su “crimini intellettuali” piuttosto che su azioni militari o politiche. Accusato per attività di delazione contro ebrei e antifascisti portate avanti dalle pagine del giornale “Je suis partout ” fu comunque l’unico scrittore, ritenuto collaborazionista, a subire la pena capitale.

Uno scrittore e un poeta tra la grecità e il religioso. Oltre la storia. Dopo Kafka e Camus Pierfranco Bruni pone al centro Brasillach…Brasillach 1945 – 2025.

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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