Dopo l’uccisione degli ostaggi Giovanni Lo Porto e lo statunitense Warren Weinstein, colpiti dai droni americani, l’amministrazione Obama sta iniziando a riflettere su quanto è stato fatto per eliminare errori nell’ultilizzo dei droni contro il terrorismo. Ad essere messa in discussione è proprio la strategia seguita in questi anni con l’uso massiccio di questa tecnologia, nel corso della presidenza Obama, la cosiddetta “near certainty”.
Le linee guida per l’autorizzazione ai raid elaborate dal direttore della Central Intelligence Agency (CIA), John Brennan, e firmate dal presidente USA prevedono infatti che la “luce verde” per l’azione venga accesa sulla base delle informazioni dell’intelligence, quindi si ha la “quasi certezza” che l’obiettivo che si andrà a colpire sarà terroristico. Ma in quel “quasi”, come sempre in questi casi, vi sono mille sfumature, la sicurezza per i civili, insomma, non è del tutto garantita durante operazioni di questo tipo. L’ammissione di colpa, se così possiamo dire, arriva proprio dal portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, che ha affermato che diverse valutazioni sulla “near certainty” si sono rivelate sbagliate.