Immagini: Convento dei Cappuccini (1503) a Mesagne, sede operativa dell’ISBEM;Prisco Piscitelli a Roma per il Convegno su Salute ed Ambiente 2016.
È noto che, annualmente, lo Stato italiano consente ai Cittadini di destinare il 5×1000, preso dalle loro tasse, a 5 categorie: Ricerca Scientifica, Ricerca Sanitaria, Sport, Comuni e ONLUS. I dati dell’Agenzia delle Entrate del 2015 (ultimo anno disponibile) dimostrano che, per la Ricerca Scientifica, l’ISBEM di Mesagne (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) è 1° in Puglia, 2° nel Mezzogiorno e fra i primi 30 dell’Italia intera. Preso a sé, tale risultato ci dovrebbe riempire di orgoglio, ma ci sono motivi invece per esser preoccupati: Vedere elenchi del 2015 pubblicati dall’Agenzia delle Entrate. Infatti, sono tanti i pugliesi (ben 7 su 10) che destinano il loro 5×1000 fuori regione, trasferendo così al Nord un’ingente somma di denaro che, solo per il 2015, ammonta a 24 milioni di €. Se poi si moltiplica tale cifra per il numero di anni in cui esiste il 5×1000 (ben 10 anni), ci si trova di fronte ad un flusso di “soldi pugliesi” che si spiega, verosimilmente, solo con un autolesionismo cronico ed una bassa autostima collettivaTale emorragia di fondi riguarda tutte le regioni del Mezzogiorno che si condannano di fatto a ridurre al lumicino le loro stesse possibilità di usare il 5×1000 per fare innovazione sociale e per generare borse di dottorato di ricerca per i propri giovani. Relativamente all’ISBEM, il numero di Cittadini che gli hanno destinato il 5×1000 è passato in 10 anni da 800 a 3.500 circa. Con le somme percepite, modeste invero rispetto a quelle potenziali, l’ISBEM ha finanziato protocolli di ricerca e vari Dottorati, grazie al meccanismo dei posti aggiuntivi previsto dalla Legge italiana. Con questo strumento, un/una giovane non solo acquisisce in università un prestigioso titolo post-laurea, ma aumenta anche le proprie competenze, qualificandosi al meglio in settori specifici utili al Pianeta Salute. Questo percorso è virtuoso e può produrre ricerche di qualità, fra cui scrivere lavori scientifici che sono rilevanti sia per la conoscenza che per la Salute di tutti, generando altresì una meritata fama in giro per il mondo. È il caso di Prisco Piscitelli che ha svolto il suo ciclo di dottorato nell’Unisalento, con le somme destinate ad ISBEM dal 5×1000. Egli ha scritto, con vari Autori italiani e stranieri, l’importante lavoro EPIKIT inerente il cruciale tema della Salute Pubblica e del rapporto Salute-Ambiente:
Hospitalizations in Pediatric and Adult Patients for All Cancer Type in Italy:
The EPIKIT Study under the E.U. COHEIRS Project on Environment and Health.
Int J Environ Res Public Health. May 9, 2017;
Intervista al Dott. Prisco Piscitelli sullo studio EPIKIT (16 maggio 2017): In 18 anni di vita, ISBEM ha ottenuto notevoli risultati ed esplorato varie vie, operando come incubatore di talenti (www.isbem.it/m3m) e reclutando giovani volenterosi di impegnarsi per la SALUTE nel Mezzogiorno, essendo l’alternativa quella di emigrare! Per frenare la fuga dei cervelli, bisogna aumentare i contratti d’ingresso nei laboratori scientifici e il 5×1000 è lo strumento appropriato. In poco più di 3 lustri, ISBEM ha finanziato circa 60 posti di dottorato di ricerca utili a molti giovani per qualificarsi e lavorare in settori che sono i pilastri del progresso: Istituzioni, Ricerca, Imprese, Cittadinanza attiva, Scuole e mondo della Comunicazione. Alcuni di questi giovani sono rimasti nell’ISBEM e danno il meglio di se stessi per farlo crescere, consolidare e potenziare, pur fra molteplici difficoltà. Viene pertanto da chiedersi: come mai i Cittadini del Mezzogiorno, pugliesi in primis, non destinano il proprio 5×1000 alle istituzioni scientifiche della propria regione? Utilizzare questo denaro di inseminazione per far crescere il territorio, è un saggio gesto di lungimiranza e di fiducia che spingerebbe più giovani verso il Dottorato di Ricerca. Ad esempio, con 10.000 destinazioni si possono istituire 5 nuovi posti di Dottorato! Perché non farlo, sapendo peraltro che quel giovane che emigra può essere il proprio figlio?