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di Maria Sole Stancampiano
Palermo – Né dame, né eroine, solo donne, la cui immagine è tesa a incarnare l’ideale della quotidianità come virtù. È il tema della mostra Cualquiera de nosotras, cioè Chiunque di noi, dell’artista spagnola Blanca Montalvo, a cura di Modesta Di Paola e Giulia Ingarao, inaugurata il 14 febbraio presso la chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani nel cuore del mercato della Vucciria a Palermo. La chiesa, oggi sconsacrata, fa parte da sempre del patrimonio dello Stato spagnolo in Sicilia. Costruita nel XV secolo per volere della comunità di mercanti catalani stabilitisi a Palermo intorno al XIII secolo, è oggi sede dell’Instituto Cervantes di Palermo, diretto da Juan Carlos Reche Cala.
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Sugli altari, dunque, la rappresentazione della donna, di qualsiasi donna, senza che sia necessariamente una regina, una rockstar o un’esponente politica. Da qui il titolo dell’esposizione che fa riferimento a donne reali: professoresse, giornaliste, attrici. Donne realmente esistenti, colte in momenti di felicità, di ozio, di spensieratezza come a Chiunque di noi succede.
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Cualquiera de nosotras è, appunto, il titolo della mostra che guarda in modo inusuale al rapporto tra notorietà e ruoli di potere. “Si può essere straordinarie e straordinariamente competenti pur negli abiti semplici della normalità”, dice Blanca Montalvo. E poi spiega il suo interesse per “l’estetica del potere”, che è “la conquista dello spazio maschile, in qualsiasi campo: religioso, politico, sociale”.
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Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con l’Universidad de Malaga, è concepito come site-specific, cioè tagliato su misura per la chiesa. Il processo creativo parte da alcuni ritratti fotografici. L’artista li osserva e li trasferisce su supporti pittorici, creando sagome grezze che si stagliano irriverenti, “una serie di icone che funzionano come specchio estetico della normalità”.
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Nelle quindici opere esposte all’Instituto Cervantes di Palermo Blanca Montalvo utilizza la simbologia classica della ritrattistica diffusa dal periodo romano fino ad oggi: troni, baldacchini, corone, scettri, cornucopie o fronde, riscrivendone il rapporto tra significato e significante. Sovradimensionando le immagini in mostra, nella chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, Blanca Montalvo demistifica le forme tradizionali di rappresentazione dell’autorità, destruttura un lessico consolidato nei secoli. E ci spinge ad “esplorare la teatralità della nostra esistenza attraverso una giocosa rilettura dei simboli del potere”, dice. Dissipando il dubbio che questa esposizione possa essere una sequenza di ritratti tesi a dimostrare la grandezza delle donne, Blanca Montalvo rafforza il pensiero che la bellezza femminile, un tema assai caro alle corti, alla storia, alle riviste e alla televisione, sia invece capace di produrre controinformazione. Ne deriva una “nuova” ritrattistica irriverente e spiritosa, che smitizza le forme e le modalità tradizionali di espressione del potere. Le figure si liberano della retorica e della rappresentazione convenzionale per contestare qualsiasi forma possibile di stereotipo o luogo comune incorniciato. La donna, si rivela come un soggetto padrone di sé e del proprio tempo e non più l’oggetto del desiderio al servizio dello sguardo maschile.
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L’artista valenziana Blanca Montalvo è anche docente e ricercatrice presso l’Università di Malaga. Il suo lavoro di creazione si sviluppa attraverso video, installazioni, disegni, sculture, fotografie e arte sonora.
Ha tenuto mostre in Spagna, Messico, Stati Uniti, Italia e Uruguay. Attualmente è membro del gruppo di ricerca DIANA, che vuol dire Diseño de Interfaces AvaNzAdos, e partecipa ai progetti di ricerca come Cuerpos Conectados. Nuevos procesos de creación y difusión de las prácticas identitarias en la no-presencialidad, Estética del poder.
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La mostra Cualquiera de nosotras è fruibile fino al prossimo 27 marzo, da lunedì a giovedì dalle ore 10.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 17.30; venerdì dalle ore 9.30 alle 14.00. Ingresso libero.