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Roma – Per celebrare la Festa internazionale delle donne, l’Accademia di Romania in Roma annuncia l’apertura, il 7 marzo 2025 alle ore 18:00, della mostra “Nemiche del popolo”, un’esposizione multimediale e interattiva dedicata alle donne vittime del regime comunista. La mostra, intesa come invito ad una necessaria riflessione sulla condizione delle donne nei regimi totalitari , è organizzata dall’Accademia di Romania in Roma – Istituto Culturale Romeno, in collaborazione con la Fondazione Accademia Civica e il Memoriale delle vittime del comunismo e della resistenza di Sighet e si avvale del patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia e dell’Associazione Italiana di Romenistica.
All’inaugurazione della mostra, la poetessa e scrittrice Ana Blandiana – fervente militante per i diritti civili, fondatrice e presidente dela Fondazione Accademia Civica – parlerà de “La memoria come forma di giustizia”. Interverranno, accanto a lei, Ioana Boca, direttrice esecutiva della Fondazione Academia Civică e Virginia Ion, segretario scientifico della stessa Fondazione e curatrice della mostra. Inoltre, due testimoni di quella atroce realtà riporteranno al pubblico le proprie esperienze in prima persona su un tema tanto amaro, quanto necessario da essere condiviso e compreso: Niculina Moica, oggi presidente dell’Associazione degli ex detenuti politici della Romania, e Iustina Radu, figlia di una partigiana nella resistenza anticomunista delle montagne.
La mostra resterà aperta fino al 10 aprile, in Viale Belle Arti, 110.
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Come ogni regime totalitario, l’’attività di repressione del comunismo non teneva conto dell’età, del genere, dello stato di salute o del livello culturale delle persone. I “nemici del popolo” non erano solo gli adulti, ma anche i bambini, non solo gli uomini, ma anche le donne.
Una statistica prodotta dal Centro Internazionale di Studi sul Comunismo del Memoriale di Sighet mostra che il 5,31% degli incarcerati per motivi politici nella Romania comunista erano donne. Che siano state condannate da tribunali militari o che abbiano ricevuto le cosiddette condanne amministrative, arrestate sulla base di infami liste emesse dal Ministero degli Interni, migliaia di donne hanno dovuto subire le condizioni di detenzione nelle carceri e nei campi di lavoro comunisti in Romania. A loro si aggiungono le migliaia di donne deportate nel 1945, in quanto etniche tedesche, nel 1949, in quanto proprietarie di terre, o nella notte di Pentecoste del 1951, ma anche le migliaia di donne della Bessarabia e della Bucovina settentrionale deportate in Siberia, in quanto romene.
La mostra presenta al pubblico 16 studi di casi e i ritratti di 71 donne detenute durante il periodo comunista per motivi politici e che furono classificate dal regime comunista come “nemiche del popolo” per i motivi più diversi: perché avevano legami con l’Occidente, perché accusate di “alto tradimento”, perché avevano fatto parte della resistenza anticomunista sulle montagne, o perché si erano opposte al processo di “nazionalizzazione”, ovvero di confisca abusiva delle terre di proprietà privata, e alcune di loro sono diventate vittime semplicemente perché erano madri, mogli, figlie o sorelle di uomini considerati dal regime come nocivi.
Oltre alle 71 donne vittime, nella sezione “Le detenute più giovani” vengono presentati diversi casi di bambine che hanno vissuto la prigionia politica durante il periodo comunista: bambine nate in carcere, in quanto le loro madri erano incinte al momento del loro arresto.
Inoltre, la mostra presenta aspetti del regime penitenziario nelle carceri femminili, utilizzando ricordi e cimeli nascosti nelle celle o oggetti realizzati in carcere.
La mostra “Nemiche del popolo” è un progetto del Memoriale alle vittime del comunismo e della resistenza. La curatrice della mostra è la dott.ssa Virginia Ion, con un design ideato da Zeppelin Design.
Ideata e realizzata nel 2021, la mostra fu inizialmente aperta per un anno nello spazio espositivo dedicato al Memoriale di Sighet nella filiale di Bucarest, in via J.L. Calderón n. 66. Nel 2023 venne aperta al Memoriale della Rivoluzione di Timişoara, quado il capoluogo del Banato fu Capitale europea della cultura. Fu poi iterata al Museo Carlo I di Brăila, a Chisinau presso il Museo di Storia Nazionale della Repubblica Moldova e per approdare finalmente a Sighet, al Memoriale delle Vittime del comunismo e della Resistenza. Ora, per un mese, viene offerta al pubblico romano l’opportunità di visitarla e di venire a conoscenza di un importante pezzo di storia recente di quella che fino a trentacinque anni fa era l’altra Europa, quella dietro il muro.
La mostra “Nemiche del popolo” è stata premiata nel 2021 al Galà annuale di Architettura organizzato dalla filiale di Bucarest dell’Ordine degli Architetti. La giuria ha ritenuto che si trattasse di “una mostra che crea una serie di immagini forti, viscerali, in cui il tema viene sfruttato e lo spettatore viene trasposto nell’universo cupo da esso evocato. Il pubblico viene coinvolto, diventa attore della mostra: attraverso suoni, immagini e giochi di luci e ombre, va ben oltre la condizione di mero testimone. Piccoli elementi apparentemente insignificanti (citazioni o oggetti personali) vengono esposti in maniera suggestiva e acquistano peso, riescono a plasmare l’atmosfera. Un tema di tragica risonanza emotiva per la storia di ogni tempo viene sapientemente amplificato, in dose condensata, in questa mostra.”
Il Memoriale alle vittime del Comunismo e della Resistenza è nato nel 1993 per iniziativa degli scrittori Ana Blandiana e Romulus Rusan, essendo il primo memoriale al mondo dedicato alle vittime del comunismo. Lo scopo generale del memoriale è l’educazione civica attraverso una buona conoscenza del recente passato della Romania e dell’Europa dell’Est. L’entità giuridica che crea e amministra il Memoriale è la Fondazione Accademia Civica.
Il memoriale ha due componenti: il Museo Memoriale, situato in Maramures a Sighetu Marmaţiei, e il Centro Internazionale per gli Studi sul Comunismo, situato a Bucarest. Il museo è stato creato nell’edificio dell’ex carcere di Sighet, dove tra il 1950 e il 1955 venne incarcerata l’élite politica, economica e religiosa della Romania del periodo tra le due Guerre. Ogni cella è stata trasformata in una sala espositiva, in ognuna delle 60 sale è stato affrontato un tema della storia recente della Romania: la nazionalizzazione, la collettivizzazione, la trasformazione comunista del sistema di pubblica istruzione, l’esercito, la polizia, la magistratura, la resistenza anticomunista sulle montagne della Romania (durata dal 1945 al 1962), la repressione della Chiesa, la creazione dell’infame servizio della “Securitate”, i gulag e fino ai movimenti dissidenti, dei minatori e operai degli anni ’80. I principali temi affrontati sono la repressione comunista, la decostruzione dello Stato di diritto e la sua sostituzione con un sistema totalitario.
L’ex carcere trasformato in museo è oggi lo scenario di ciò che accadde durante il comunismo in Romania e negli altri paesi dell’Europa centrale e orientale. In ciascuna delle sue celle, trasformate in una sala museale, è esposto un dettaglio tematico o cronologico della malformazione politica che ha portato sofferenza e morte – dentro e fuori le mura carcerarie – in tutto il Novecento europeo.
Il Centro Studi Internazionali comprende: il Dipartimento di Storia Orale, l’Archivio, il Dipartimento di Ricerca, il Dipartimento per le Mostre e il Dipartimento Editoriale (Casa Editrice “Fundatia Academia Civică”).
Nei suoi 31 anni di attività, il Memoriale ha avuto centinaia di azioni (mostre itineranti nel paese e all’estero, simposi, pubblicazioni, attività educative, progetti europei, registrazioni di storia orale, presentazioni di libri, ecc.) attraverso le quali ha fornito al grande pubblico informazioni per comprendere meglio ciò che è accaduto in Romania e in altri paesi dell’Europa orientale durante i quasi cinque decenni di regime totalitario comunista, ma anche la complessità dei traumi di questo periodo storico.
Media partner: Agenzia NOVA, Orizzonti culturali italo-romeni, Radio România Actualități, Radio România Cultural, Radio România Internațional, Trinitas TV.
ACCADEMIA DI ROMANIA IN ROMA
Tel. +39.06.3201594
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