
Bruno Pizzul, telecronista e giornalista sportivo friulano è morto all’ospedale di Gorizia il 5 marzo scorso, dove era ricoverato. Avrebbe compiuto 87 anni sabato 8 marzo. Per anni ha diretto la telecronaca della Nazionale di calcio, dal 1986 al 2002, in Rai dal 1969, ben 33 anni di telecronache, l’ultima il 2 agosto 2012.
La notizia della sua morte ha emozionato l’Italia intera, non solo il mondo dello sport, ma anche le istituzioni. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato così il giornalista, “hai dato voce alle notti magiche azzurre, accompagnando milioni di italiani con competenza e passione, come un grande compagno d’avventure – ha scritto su X -. Sei stato la voce storica del calcio italiano, un’icona intramontabile del giornalismo sportivo, destinata a rimanere per sempre nella storia dello sport e nei cuori di tutti noi. Ciao, Bruno Pizzul”.
Il presidente della Figc, Federazione Italiana giuoco Calcio, Gabriele Gravina, ha scritto in una nota–“Grazie alla sua straordinaria professionalità e alla sua umanità è stato molto più di un giornalista, diventando un punto di riferimento per milioni di appassionati, che hanno identificato la sua voce con il profondo amore per la maglia Azzurra”.
Bruno Pizzul, classe 1938 di Udine, dopo una carriera calcistica interrotta a 31 anni, con le maglie di Catania, Ischia, Udinese e Cremonese; si laurea in giurisprudenza, nel 1970 e vince un concorso per radiocronisti in Rai, iniziando la sua lunga carriera commentando la partita Juventus-Bologna. Telecronista della Nazionale ha commentato 5 Mondiali di calcio (Spagna ’82, Messico ’86, Italia ’90, USA ’94, Francia ’98, Corea del Sud 2002) e quattro Campionati Europei, fino al 2002 (Italia-Slovenia 0-1).
Nel 1973 fu la voce del successo del Milan in Coppa delle Coppe e accompagnò con la sua telecronaca i successi di Lazio e Parma in Coppa delle Coppe e Coppa UEFA. La sua voce particolare e inconfondibile, negli anni è stata tra le più imitate da comici e ammiratori.