
Roma, 8 marzo 2025 – Nella Giornata internazionale della donna, il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) sollecita un’azione strutturale concreta per garantire l’uguaglianza di genere ad ampio raggio. Le donne, infatti, pur rappresentando la maggioranza della popolazione, sono in minoranza nelle istituzioni, nella politica, nella società civile. Permangono poi divergenze tra uomini e donne anche nell’accesso al mondo del lavoro e della retribuzione e le difficoltà di conciliazione tra vita professionale e personale.

Secondo il recente rapporto CNEL-ISTAT “Il lavoro delle donne tra ostacoli e opportunità”, dal 2008 al 2024 l’incremento del tasso di occupazione delle donne è di 6,4 punti. Tuttavia, per MDC per garantire che la crescita diventi strutturale, è essenziale rafforzare le politiche di sostegno all’occupazione femminile, promuovere l’accesso delle donne alle professioni più qualificate – affrontando anche le sfide e le opportunità poste dall’IA – e ridurre le disparità territoriali. Dal rapporto, infatti, emerge che il tasso di occupazione femminile risulta inferiore di 12,6 punti alla media UE ed è il valore più basso tra i 27 paesi dell’Unione. Tra gli uomini circa 7 occupati su 10 possono contare su un lavoro standard, mentre tra le donne hanno un lavoro standard poco più della metà delle occupate (53,9%). Quasi un quarto delle donne che lavora presenta poi uno o più elementi di vulnerabilità (dipendente a tempo determinato, part time involontario, ecc.), contro il 13,8% gli uomini. Risultano più spesso vulnerabili le lavoratrici giovani (38,7%), residenti nel Sud (31,2%), con bassa istruzione (31,7% per le donne che hanno fino alla licenza media) e straniere (36,5%). Inoltre, rileva il rapporto le donne in Italia risultano mediamente più istruite degli uomini. Il 68% delle 25-64enni ha infatti almeno un diploma o una qualifica, contro il 62,9% degli uomini. Il 24,9% è in possesso di un titolo terziario, contro il 18,3% degli uomini. Ma questo non si traduce in un vantaggio lavorativo.