Deforestazione, incendi e bracconaggio minano la sopravvivenza del bellissimo giaguaro, ridotto ad appena 160mila individui circa. Un allarme accorato che ha lanciato il WWF nella Giornata internazionale dedicata al felino appena passata il 29 novembre, ricordando come “negli ultimi anni il suo areale si sia ridotto di più del 50%”. L’organizzazione propone un network di aree prioritarie per la conservazione della specie, connesse tra loro da corridoi ecologici. Oltre a questo il WWF continua con campagne di sensibilizzazione che tengano alta l’attenzione sull’emergenza.
“A minacciare la sopravvivenza di questo straordinario felino, presente in 18 Paesi dell’America centrale e meridionale, è ancora oggi la persecuzione diretta da parte dell’uomo. Negli anni 60 e 70 del secolo scorso è stata compiuta una vera strage: migliaia di animali venivano uccisi ogni anno, soprattutto per il commercio di loro parti del corpo utilizzate nella medicina tradizionale”, ha denunciato l’organizzazione ambientalista. Va ricordato anche il calo delle prede. Nonostante l’entrata in vigore nel 1973 della Convenzione internazionale che regola il possesso e il commercio di specie minacciate di estinzione, “ad oggi il bracconaggio rappresenta ancora una drammatica criticità per il giaguaro, ricercato al mercato nero anche per sostituire specie divenute più rare come la tigre” sottolinea il WWF.
Il giaguaro è il terzo felino più grande al mondo dopo la tigre e il leone, il nome specifico latino onca, pur presentando una certa assonanza con l’antico italiano onza, è da ricondursi al vocabolo unqa, nome in lingua quechua. Ha dimensioni maggiori rispetto al leopardo ed è anche meno snello e leggero: ha testa grande, corpo compatto e muscoloso e un passo più lento oltre alle tipiche ‘roselline’ maculate che lo distinguono dagli altri felini e che sono una vera e propria ‘impronta digitale’, ogni esemplare è diverso dall’altro.
Foto: da press kit WWF