Dopo la pandemia, la guerra e le restrizioni ora l’allarme è quello della siccità. “Sale a 3 miliardi di euro il conto dei danni causati dalla siccità che assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti, il Po in secca peggio che a Ferragosto, i laghi svuotati e i campi arsi dove i raccolti bruciano sui terreni senz’acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo”. È ancora una volta Coldiretti a lanciare questo sciagurato bilancio di un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate e produzioni agricole devastate.
Un vero e proprio SOS sui raccolti italiani, siccità diventa una parola chiave nel flusso delle notizie: c’è chi chiede di ragionare sullo stato di emergenza, chi si dichiara in piena sintonia con la Protezione Civile, chi chiede attenzione della politica sulla questione annosa della manodopera.
“Una soluzione va trovata- dichiara Confagricoltura Modena- prima che i frutticoltori della provincia decidano di estirpare i frutteti che, tra aumento dei costi delle materie prime, avversità atmosferiche e insetti alieni, non garantiscono più la giusta remunerazione”. Non solo campi, ma anche animali. “ Il livello del Po è a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, un dato “più basso che a Ferragosto di un anno fa”. Emerge dall’ultimo monitoraggio della Coldiretti effettuato nel tratto del Ponte della Becca (Pavia).
“Il più grande fiume italiano è praticamente irriconoscibile con una grande distesa di sabbia”, afferma l’associazione, denunciando che la siccità minaccia il 30% della produzione agricola. “Ma a soffrire il caldo- prosegue Coldiretti- sono anche gli animali nelle fattorie dove le mucche con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno”.
E le persone, resistono? Secondo lo psicoterapeuta interpellato dall’agenzia Dire: “L’essere umano è attrezzato per adattarsi a situazioni mutevoli, ce lo insegna la storia. Durante il lockdown abbiamo visto le persone assieparsi fuori dai supermercati per conquistare un rotolo di carta igienica o un panetto di lievito”. E’ Silvana Quadrino, psicoterapeuta a ricordarci quale urto severo e osceno abbiamo subito. La parola più in voga è resilienza, ma non tutti la gradiscono. Resistere è un’altra cosa e ci ricorda che è un’altra la vita che vorremmo.
Foto: da dire.it