Un caldo estremo con punte di oltre 40 gradi sta incombendo sulla penisola italiana in questi giorni di luglio. Il caldo e l’afa sono provocati dall’Anticiclone africano che ha preso il posto del più mite Anticiclone delle Azzorre proveniente dall’Atlantico. I termometri di molte città italiane, come nella regione Sicilia, hanno segnato picchi di 43 gradi e tutta l’Europa meridionale è invasa da temperature elevate.
Estati sempre più torride secondo gli esperti, causate dall’indebolimento delle correnti a getto, che viaggiano velocissime nella troposfera, dopo essere nate dall’incontro di correnti d’aria calda e fredda. Ma non solo, il cambiamento climatico, causato dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di altri gas che alterano il clima, è un fattore importante, soprattutto perché causato dall’uomo e quindi lo si potrebbe limitare.
Il cambiamento climatico e l’aumento della temperatura mettono a rischio l’intero Pianeta. Rispetto ai livelli prima della rivoluzione industriale la temperatura media della Terra è aumentata di 0,98 gradi centigradi. L’impatto del riscaldamento è già evidente con gli eventi metereologici estremi degli ultimi periodi, il ghiaccio artico è diminuito del 12,85% per decennio, le maree mostrano un aumento costiero di 3,3 millimetri del livello del mare. Anche le specie animali e vegetali si stanno spostando da un ecosistema all’altro.
L’uomo dovrà abituarsi a questi fenomeni climatici, sempre più estremi e devastanti, con conseguenze gravi su molti aspetti della vita, in primis sulla salute, poi sull’agricoltura e le infrastrutture; se non si metteranno in atto provvedimenti per contrastare l’inquinamento e quindi i cambiamenti ambientali.
L’Unione Europea ha avviato delle normative sul clima che hanno come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, con investimenti pubblici e privati rivolti a un’economia più rispettosa del clima. Il cambiamento è possibile, ma deve essere anche culturale e condiviso da tutti.