Nel recente vertice tenuto a Belém in Brasile, otto paesi sudamericani hanno firmato un importante accordo per combattere la deforestazione dell’Amazzonia. Questo accordo, noto come Accord Amazzonia, è stato concepito come una risposta unitaria e coordinata all’emergenza ambientale che minaccia uno dei polmoni verdi del pianeta.
I paesi che hanno partecipato al vertice di Belém, la stessa città che ospiterà i lavori della Cop30, la conferenza sul clima del 2025, sono il Brasile la Bolivia, la Colombia, l’Ecuador, il Guyana, il Perù, il Suriname e il Venezuela. Questa coalizione determinata a unirsi per mettere in atto strategie efficaci volte a frenare la deforestazione e a preservare l’Amazzonia per le future generazioni, non ha sortito però gli effetti sperati. I Paesi cooperanti opereranno non esattamente in maniera congiunta ma secondo gli orientamenti dei loro Stati. Ad ogni modo un passo in avanti è stato fatto.
Oltre agli otto stati dell’Acto, c’erano anche rappresentanti politici dei Paesi detentori di foreste primarie nel mondo: dai presidenti della Repubblica Democratica del Congo e della Repubblica del Congo a un emissario della presidenza indonesia ed anche l’ambasciatore francese in Brasile, come rappresentanza del territorio della Guyana francese. Inoltre era presente un emissario della Norvegia, paese attualmente fortemente contribuente del fondo per l’Amazzonia (Amazon fund).
L’obiettivo principale dell’intesa è prevenire la distruzione dell’Amazzonia oltre il punto di non ritorno. La deforestazione su vasta scala sta portando alla perdita di biodiversità, all’aumento delle emissioni di carbonio e all’accelerazione dei cambiamenti climatici. La coalizione dell’Accord Amazzonia è consapevole di queste minacce e si impegna a lavorare insieme per combatterle.
Un aspetto significativo di questo accordo è l’impegno a rispettare i diritti umani nelle politiche comuni. Ciò significa che le azioni per combattere la deforestazione dovranno essere svolte nel rispetto delle comunità indigene che vivono nelle aree dell’Amazzonia. Questi popoli, spesso i primi a subire le conseguenze della deforestazione, saranno coinvolti e considerati partner nel processo decisionale per garantire soluzioni sostenibili.
In termini di risorse finanziarie, i paesi sottoscrittori dell’Accord Amazzonia hanno annunciato un impegno collettivo di investire ben cento miliardi di dollari USA per fermare la deforestazione e salvare la foresta pluviale. Questa è una chiara dimostrazione di quanto sia importante per loro proteggere l’ecosistema amazzonico e le comunità che dipendono da esso per la loro sussistenza.
L’Accord Amazzonia è un passo importante nella giusta direzione per preservare uno dei tesori naturali più preziosi del nostro pianeta. La collaborazione tra questi otto paesi sudamericani offre una speranza reale per salvaguardare l’Amazzonia e ridurre l’impatto negativo della deforestazione sul clima globale.
Ora, è fondamentale che gli impegni presi in questo accordo attraversato da dinamismi politici dei singoli Stati partecipanti, vengano tradotti in azioni concrete e sostenibili. Solo attraverso uno sforzo congiunto e una stretta collaborazione sarà possibile frenare la deforestazione e proteggere l’Amazzonia per le generazioni future.