A Pompei, per la prima volta, sono stati ritrovati alcuni vasi in argilla cruda, pronti per essere infornati nella fornace della bottega di un vasaio.
Il Vesuvio ha immortalato e interrotto bruscamente, con la sua furia distruttiva dell’eruzione del 79 d.C., la vita dei pompeiani, intenti alle più svariate attività quotidiane.
Il ritrovamento avvenuto presso Porta Ercolano, immediatamente fuori le mura dell’antica città, è composto da boccalini decorati a parete sottile usati per bere o contenere alimenti, i cosiddetti “pignattini” descritti dagli scavatori dell’800. Lo strato di lapilli nascondeva e proteggeva, inoltre, nelle adiacenze della bottega, una sala di lavoro di più piccole dimensioni di cui rimangono soprattutto i livelli inferiori della camera di combustione. Al suo interno sono stati trovati quattro torni di vasai, anfore contenenti argilla cruda, vasi crudi crollati da una mensola e vari attrezzi. Altre due fornaci sono state scoperte in un’altra bottega dello stesso quartiere.
L’indagine archeologica, finanziata dal Ministero degli Affari Esteri Francese, ormai decennale, è stata condotta dalla Soprintendenza in collaborazione con il Centre Jean Bérard e dell’École Française de Rome e dedicata all’ ”Artigianato e all’Economia a Pompei“.