Immagine: il mosaico “Cave Canem” di Pompei
L’attuazione del Grande progetto Pompei (GpP) sostenuto dall’Unesco e curato dal ministero dei Beni culturali, ha compiuto un altro passo in avanti per il recupero e la tutela dell’importante area archeologica. Grazie ad un accurato restauro il mosaico-simbolo “Cave Canem”, posto all’ingresso del sito, è tornato a risplendere. Il ministro Dario Franceschini non nasconde la sua soddisfazione e ribadisce l’impegno profuso nel recupero e nella tutela del sito che fa parte del patrimonio Unesco.
I lavori che hanno interessato anche gli affreschi dell’ingresso della Casa del Poeta Tragico, sono stati seguiti da interventi di musealizzazione degli accessi principali della Domus. Una volta ristabilite mediante restauro le condizioni del celebre mosaico con raffigurazione del cane alla catena, si è ritenuto opportuno proteggerlo mediante una struttura in vetro, per garantirne una migliore salvaguardia anche dagli agenti atmosferici.
L’intervento permette anche un pieno godimento della casa stessa, infatti, è ora possibile osservare appieno l’allineamento ingresso-atrio-tablino-peristilio, caratteristico delle abitazioni pompeiane. La struttura è realizzata in vetro temprato e acciaio inox verniciato, una novità a Pompei e non solo, ai fini di risultare meno impattante e al contempo più resistente possibile. “Grazie al forte impegno della Soprintendenza e della direzione del “Grande Progetto Pompei” – ha dichiarato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – l’Italia ha compiuto e sta compiendo sforzi considerevoli nella gestione e conservazione del sito con risultati tangibili e significativi”.
L’Unesco ha infatti ritenuto positiva l’attività messa in campo dall’Italia per la soluzione dell’emergenza Pompei e per il suo rilancio, attuata tramite il grande progetto, l’ordinaria programmazione della Soprintendenza e l’attuazione del piano di gestione. Insieme alle felici conclusioni sono state fornite raccomandazioni operative da effettuarsi entro il 2016. In particolare l’Unesco auspica alcune azioni da intraprendere, come l’estensione temporale e del campo d’azione del Grande progetto Pompei (oltre il 2015), il mantenimento delle specifiche professionalità operanti nei cantieri e la previsione di maggiore personale anche per definire nuovi itinerari di visita all’interno del sito. Non resta che visitare gli scavi di Pompei che, come quelli di Ercolano, fino ad ottobre saranno aperti al pubblico anche di sera.