La missione archeologica italo-egiziana Eimawa coordinata dall’Università degli Studi di Milano e dal ministero del Turismo e delle Antichità egiziano ha rinvenuto ad Assuan, nel sud dell’Egitto, 36 tombe scavate lungo il profilo di una collina con all’interno intere famiglie. La scoperta della necropoli sulla sponda occidentale di Assuan, nell’area circostante il mausoleo dell’Aga Khan, “testimonia il ruolo di crocevia” della città, ha dichiarato ad “Agenzia Nova” la professoressa di Egittologia Patrizia Piacentini dell’Università degli Studi di Milano, a capo della missione insieme ad Abdelmoneim Said, soprintendente delle antichità e della zona turistica di Assuan e della Nubia del ministero del Turismo e delle Antichità egiziano. Le tombe ritrovate tra febbraio e marzo 2024 sono scavate nella roccia di una collina e all’interno sono sepolte intere famiglie e alcuni oggetti funebri. Gli scavi sono realizzati con fondi dell’Università di Milano e del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.
La missione Eimawa “è fortemente interdisciplinare”, ha spiegato Piacentini, chiarendo che, oltre all’aspetto prettamente archeologico, gli esperti “si occupano molto degli aspetti antropologici”, per comprendere usi e costumi di quell’epoca. Nell’intervista ad “Agenzia Nova” l’egittologa ha aggiunto: “Ci stiamo concentrando con radiologi e antropologi per capire chi erano queste persone, perché Assuan era un crocevia commerciale, una zona di frontiera e militare”. Le centinaia di corpi portati alla luce dimostrano che nella necropoli sono stati sepolti “sia egiziani che stranieri, in alcuni casi provenienti dall’Africa meridionale”, ha spiegato Piacentini. Una delle peculiarità emerse è che le tombe datate dal VI secolo a.C. al II secolo d.C. “sono state usate da più generazioni di una stessa famiglia e poi usate in epoca romana”. Le indagini antropologiche hanno dimostrato che i corpi “appartenevano a diverse classi sociali”, ha aggiunto.
Una particolarità di quest’ultimo ritrovamento è però nel tipo di sepoltura: le tombe infatti si trovano su più di dieci livelli di terrazzamenti, un fatto unico in Egitto. In pratica, tutto il profilo della collina si presentava costellato da tombe scavate nella roccia che all’epoca dovevano creare un grande effetto scenografico, soprattutto durante le feste, quando si pensa, sulla base delle lanterne in terracotta ritrovate durante gli scavi, che venissero illuminate. “La parte più alta del pianoro è occupata dalle classi sociali più alte, invece scendendo lungo tutti i terrazzamenti unici di questa necropoli, nella parte bassa si trovano corpi di persone appartenenti alla classe medio-bassa”, ha spiegato la professoressa Piacentini. Dalle analisi svolte nei laboratori egiziani sono emerse informazioni sulle cause del decesso, tra cui anemia, infezioni varie e tubercolosi. Inoltre, ha rivelato Piacentini, le analisi hanno rivelato che una “donna che presentava un arto amputato era sopravvissuta e lo testimonia un callo osseo”. Si tratta di uno “studio globale” e l’analisi dei denti “ci consentirà di capire cosa mangiavano”, ha detto l’egittologa.
Le tombe rinvenute nello scavo condotto fra febbraio e marzo scorsi si trova nell’area circostante il mausoleo dell’Aga Khan. In questa zona dal 2019 gli archeologi stanno scavando e hanno già individuato 400 tombe che risalgono al periodo compreso tra il VI secolo a.C. e il II secolo d.C. Nonostante nell’antichità le tombe siano state depredate dai ladri, conservano ancora decine di corpi mummificati e parti del corredo funerario. Piacentini ha concluso dicendo che si tratta di uno “scavo inclusivo, con operai locali. Puntiamo a sensibilizzare la salvaguardia del patrimonio e speriamo in futuro di creare un parco archeologico insieme agli egiziani”. Il sito, infatti, si trova tra il mausoleo dell’Aga Khan e il monastero di San Simone, e in tutto copre circa 100 mila metri quadrati, di cui ne sono stati esaminati un quarto. Le “premesse sono interessanti per scoprire di più sugli aspetti della vita” ad Assuan, ha affermato l’egittologa.
Tra i corpi sono stati rinvenuti anche quelli di un adulto (probabilmente una donna) e di un bambino, con un’età stimata alla morte di 1-2 anni, ancora appoggiati l’uno sull’altro in un sarcofago di pietra. Ora, attraverso le analisi del Dna, gli studiosi cercheranno di stabilire se c’era un legame di parentela tra i due. Nelle tombe, oltre ai corpi, sono stati rinvenuti anche numerosi manufatti: statuette in terracotta dipinta, sarcofagi in pietra e in legno, tavole d’offerta e molti cartonnages dipinti (realizzati con lino e gesso, servivano a coprire il corpo dei defunti). Nelle tombe sono stati trovati anche dei pinoli, “sicuramente importati”, ha aggiunto Piacentini, proprio a testimonianza del ruolo di crocevia di Assuan.