Si è spento ieri all’età di 88 anni Gustavo Selva nella sua casa di Terni. Giornalista di razza, dalla lunga carriera costellata da numerosi successi, nasce ad Imola nel 1926 ed inizia a scrivere per l’Avvenire d’Italia, quotidiano bolognese, per trasferirsi dopo qualche anno a Roma dove collabora con i sette settimanali cattolici dell’epoca e con L’AGI. Nel 1960 passa in Rai come corrispondente da Bruxelles, Vienna e Bonn. Dal 1975 al 1981, Gustavo Selva ricopre l’incarico di direttore del giornale radio di RAI 2 , che lui stesso denomina “Radio Belva” come un suo libro autobiografico,per le connotazioni della trasmissione spiccatamente anti comunista.
In quegli anni tra Selva ed Enrico Berlinguer segretario del PCI non corre buon sangue, è una sfida giornaliera, e la decisione di partecipare attivamente alla vita politica come deputato nazionale prima ed europarlamentare dopo nelle fila della DC, ottenendo nel 1979 dagli elettori, 479mila preferenze contro i 200 mila di Piccoli ed i 150mila di Rumour, è il segno evidente del grandioso prestigio e rapporto di forza che il giornalista di RAI 2 , esprime a quel tempo. Le aspettative dei compagni comunisti rimangono ampiamente deluse, quando dopo la eccezionale affermazione elettorale, Selva non si dimette dal GR2 continuando a sferrare duri attacchi.
L’ombra della P2 lo sfiora ma l’iscrizione nelle liste della massoneria da Selva fu sempre negata, ottenendo con sentenza l’estraineità totale ed un risarcimento di 20 milioni di lire da Dario Fo.
Tra i suoi incarichi professionali si ricorda anche la presidenza di RAI Corporation a New York .
Con la direzione del Gazzettino di Venezia,(1983-1984) Selva conclude la sua esaltante carriera di professionista del giornalismo italiano, dedicandosi completamente alla politica nelle liste di Alleanza Nazionale e poi di Forza Italia, per le quali è per tre legislature deputato ed anche senatore.
Lontano dalle scene da qualche anno, la sua ultima apparizione in pubblico risale al 2011, quando in conferenza stampa a Palazzo Chigi, chiese all’allora premier Mario Monti, se non intendesse ridurre il suo stipendio dopo aver chiesto agli italiani di fare sacrifici.
Gustavo Selva lascia tre di quattro figli, uno era morto nel 2008.