Immagine: Il Papa a Sarajevo in un bagno di folla
Sono a Sarajevo "come pellegrino di pace e dialogo". Papa Francesco parla il 6 giugno alle autorità della Bosnia-Erzegovina e ricorda la storica visita di 18 anni fa di Giovanni Paolo II. Dalla “Gerusalemme d’Europa”, città simbolo, lancia un appello forte: "Mai più la guerra". L'appello è contro la guerra, l'apprezzamento invece è per la concordia che oggi si vive a Sarajevo, dopo gli anni del conflitto: un esempio per il mondo intero.
"È un motivo di gioia per me trovarmi a Sarajevo, una città che dopo aver sofferto per i sanguinosi conflitti del secolo scorso è tornata ad essere luogo di dialogo e pacifica convivenza – ha detto Papa Francesco -. È passata da una cultura dello scontro, della guerra, a una cultura dell'incontro". Nel corso della messa celebrata nello stadio 'Kosevo' il Papa nell'omelia è ritornato sul tema della pace. "Fare la pace è un lavoro artigianale – ha spiegato – richiede passione, pazienza, esperienza, tenacia", un lavoro "da portare avanti tutti i giorni, passo dopo passo, senza mai stancarsi". "La pace è dono di Dio. Non illudiamoci però – ha aggiunto – che questo dipenda solo da noi! Cadremmo in un moralismo illusorio.
La pace è dono di Dio, non in senso magico, ma perché Lui, con il suo Spirito, può imprimere questi atteggiamenti nei nostri cuori e nella nostra carne, e fare di noi dei veri strumenti della sua pace. E, andando in profondità, l'Apostolo dice che la pace è dono di Dio perché è frutto della sua riconciliazione con noi. Solo se si lascia riconciliare con Dio, l`uomo può diventare operatore di pace.
Il Papa ha poi sottolineato che la Bosnia-Erzegovina è parte integrante dell'Europa. "Per favorire questo percorso – ha osservato – sono fondamentali la vicinanza e la collaborazione della Comunità internazionale, in particolare dell'Unione Europea, e di tutti i Paesi e le organizzazioni presenti e operanti sul territorio della Bosnia-Erzegovina". Sarajevo la chiamavano "Gerusalemme d'Europa", una speranza e insieme un destino nel nome. Papa Francesco già in aereo ha spiegato ai giornalisti: "Sarajevo ha sofferto tanto nella storia e adesso è in un bel cammino di pace. È per parlare di questo che faccio il viaggio, come segno di pace e preghiera di pace".