Il pittore Beppe Burgio presenta a Palermo il suo secondo romanzo di lotta alla mafia

“Che bel Paese sarebbe questo se…un sogno in Sicilia” (Bonfirraro Editore) - La classe politica siciliana accusata di aver mal combattuto il fenomeno che si può vincere, basta volerlo

Immagine: Copertina del libro di Burgio

 

 

A Palermo, presso la libreria della sala consiliare di Palazzo delle Aquile, piazza Pretoria, sarà presentato sabato 24 ottobre, ore 17,30, il libro di Beppe Burgio:“Che bel Paese sarebbe questo se…un sogno in Sicilia” (Bonfirraro Editore). Interverranno all’evento il sindaco Leoluca Orlando e la prof.ssa Domenica Perrone della Associazione Dante Alighieri. Saranno presenti l’autore e l’editore. Il libro sarà poi presentato anche a Roma.

 

Beppe Burgio, conosciuto come pittore e come tale presente in importanti collezioni private e in prestigiose gallerie italiane e straniere, Musei e Fondazioni, si cimenta nella sua seconda opera letteraria dopo “Una vita lunga diciotto metri” (Cavallotto Editore). In quarta di copertina si legge che il volume doveva essere scritto da tempo. Burgio ricordando quanto gli diceva suo nonno Calogero che era nato due anni dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala e che lui ascoltava “estasiato” anche se faceva fatica a capire bene “quei discorsi da grandi”, ne ha parlato in una intervista concessa a Oscar Guardabassi del quotidiano Prima Pagina di Reggio Emilia, alla presentazione del suo primo libro presso la biblioteca Panizzi.

 

Questo suo secondo libro, che sta a metà strada tra il saggio e il romanzo, mette il dito nella piaga purulenta della mafia. Infatti non racconta cosa sarebbe successo se Garibaldi non fosse sbarcato a Marsala, ma cosa è successo dopo lo sbarco, il perché di quella avventura, percorrendo tutto il filo rosso della evoluzione della “mafia” da fenomeno tipicamente folkloristico tutta “coppola e gangalarrone” a contropotere dello Stato. E’ una bellissima storia di una lettura accattivante e fluida, costruita su pochi personaggi, positivi, lungo la quale emerge pesantemente una accusa al popolo siciliano e ai suoi politici che in questo secolo e mezzo dall’Unificazione hanno mal combattuto questo fenomeno per non dire che con esso hanno fatto affari.

 

“Quello che non hanno fatto allora, continuano a non farlo ancora oggi, tanto è vero che ormai la mafia ha metastasizzato l’intero Paese diventando un potere nel potere e l’unica cosa che invece fanno è fare finta di non vedere”, dice ancora Burgio e fa notare come il libro non debba essere letto con il pessimismo di chi si arrende pensando di avere ormai perso, ma che invece, c’è ancora la possibilità – basta soltanto volerlo – di vincere e di creare un paese migliore.

(Sito: www.giuseppeburgio.it – mail: giuseppe.burgio.41@alice.it)

 

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