Immagine:Bergoglio durante il rito dell’anno scorso
Quest'anno la messa di "Coena Domini" del Giovedì Santo e il tradizionale rito della lavanda dei piedi saranno celebrati dal Papa il 24 marzo con i profughi di una struttura romana. La decisione di Papa Francesco dimostra uno speciale gesto di attenzione ai rifugiati e ai migranti. Dopo essere stato in un carcere minorile, in un centro per anziani e l'anno scorso a Rebibbia, il Pontefice ha deciso quest'anno di rivolgere uno speciale gesto di attenzione ai rifugiati e ai migranti.
Nella Messa di lunedì 14, a Santa Marta, il Papa ha parlato di "valli oscure" del nostro tempo, riferendosi proprio ai fatti drammatici che stanno colpendo i più deboli della società: il barbone morto di freddo a Roma, le suore di Madre Teresa uccise nello Yemen, le persone che si ammalano nella "Terra dei fuochi", i profughi a cui vengono chiuse le porte."L'unica risposta – ha detto Francesco – è affidarsi nelle mani del Signore che mai lascia solo il suo popolo".
E tra le cose difficili da capire ci sono anche i tragici attentati in Turchia e Costa D'Avorio. Un "atroce atto di violenza": così il Papa ha definito l'attentato di Ankara in un messaggio di cordoglio, che ha rivolto, tramite il segretario di Stato CardinaleParolin, al presidente turco RecepTayyipErdogan. Francesco si è detto "profondamente addolorato" per la "tragica perdita di vita umane" pregando per le vittime e per i loro familiari come pure per il recupero di chi è rimasto ferito.
Il Papa ha inviato un messaggio di cordoglio anche per le vittime degli attacchi terroristici nella località turistica di Grand-Bassam, in Costa d'Avorio. "Apprendendo la notizia dell'odioso attentato perpetrato a Grand-Bassam", si legge nel messaggio trasmesso al vescovo della località ivoriana, mons. Raymond Ahoua, il Papa presenta "le sue vive condoglianze alle famiglie dei defunti e assicura i feriti della sua vicinanza spirituale". Francesco "affida le vittime alla misericordia di Dio affinché le accolga nella sua pace e nella sua luce". Esprimendo "la sua tristezza al popolo ivoriano così provato", il Pontefice "condanna ancora una volta la violenza e l'odio sotto tutte le forme".