Nel 1994, oltre 800.000 persone vennero sistematicamente uccise in tutto il Ruanda. Si trattava per la gran parte di Tutsi, ma tra le vittime vi furono anche Hutu moderati, Twa e altri. In questa Giornata, ricordiamo tutti coloro che morirono nel genocidio, e rinnoviamo la nostra determinazione affinché simili atrocità non si ripetano più, in nessuna parte del mondo.
Tutti dovremmo farci ispirare dal coraggio dei sopravvissuti nel dimostrare che la riconciliazione è possibile anche dopo una simile tragedia. Mentre la regione dei Grandi Laghi si trova ancora alle prese con minacce gravi alla pace e alla sicurezza, guarigione e ricostruzione rimangono essenziali.
Commemorare le vittime del genocidio in Ruanda significa inoltre lavorare per la giustizia e per l’assunzione di responsabilità. Esprimo il mio apprezzamento agli Stati membri delle Nazioni Unite, sia nella regione sia al di fuori, per i loro continui sforzi volti ad arrestare e a consegnare i fuggitivi superstiti, e a porre fine all’impunità. Il modo migliore di garantire che il genocidio e altre oltraggiose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale non si ripetano più è riconoscere la nostra comune responsabilità e il nostro impegno a intraprendere azioni collettive a tutela di quanti siano esposti ai rischi.
Un genocidio non è un evento isolato. E’ un processo che richiedere tempo e preparazione. La storia ha ripetutamente dimostrato che nessuna parte del mondo ne è immune. Uno dei segnali di allarme è la diffusione della retorica dell’odio nella dimensione pubblica e nei media contro specifiche comunità.
Quest’anno, il tema della ricorrenza è “Combattere l’ideologia del genocidio”. E’ fondamentale che governi, sistemi giudiziari e società civile si oppongano con fermezza alla retorica dell’odio e a coloro che fomentano divisione e violenza. Dobbiamo promuovere inclusione, dialogo e stato di diritto per creare società pacifiche e giuste.
La storia del Ruanda ci insegna una lezione fondamentale. Se la capacità di commettere il male peggiore risiede in ogni società, lo stesso vale per le virtù della comprensione, della generosità e della riconciliazione. Coltiviamo dunque insieme tutti questi caratteri essenziali del nostro comune senso di umanità per contribuire a costruire una vita in dignità e sicurezza per tutti.