Sono 412 i giornalisti e blogger italiani che nel corso del 2016 hanno subito intimidazioni, minacce e gravi abusi come ritorsione per il loro lavoro e ai quali l’osservatorio “Ossigeno per l'Informazione” ha espresso solidarietà rendendo noti i loro nomi, descrivendo, al tempo stesso, le cir-costanze dell’episodio e le analogie con i casi della stessa natura. Il 15,53% ha subito aggressioni fisiche, il 32,77% avvertimenti, il 37,62% querele pretestuose e altre azioni giudiziarie strumentali, il 4,61 % danneggiamenti, il 9,47% impedimenti all’esercizio dei diritti elencati nell’articolo 21 della Costituzione per i quali i codici non prevedono né la procedibilità né sanzioni. Rispetto ai 528 minacciati elencati nel 2015, questo bilancio di Ossigeno contiene 116 nomi in meno, ma ciò non significa che la situazione sia migliorata. Il bilancio annuale dice solo quanti casi Ossigeno è riuscito a verificare e a rendere noti, esprime dunque la produttività dell’Osservatorio a fronte alla marea dilagante di episodi di cui viene a conoscenza. Inoltre di deve tenere conto che nel 2015 Ossigeno aggiunse alla lista 97 nomi per un singolo episodio: l’esposto-denuncia della Camera Penale di Roma contro i cronisti del processo Mafia Capitale. "I giornalisti che nel 2016 hanno subito intimidazioni – ha affermato il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato – sono molti più di 412. Finora abbiamo detto: almeno dieci volte di più. Ma ora dobbiamo aumentare questo moltiplicatore, almeno raddoppiarlo, dopo che il Ministero della Giustizia, attraverso il nostro Osservatorio, ha reso noto il numero delle querele per diffamazione a mezzo stampa che ogni anno vengono rigettate dai giudici in fase preliminare: sono 5125 su 5904. Certamente fra queste querele ce n’è qualcuna presentata in buona fede. Ma tutte le altre? Sono intimidazioni per via legale, bavagli consentiti da una legge ingiusta. Altrettanto intimidatorie sono le 155 condanne al carcere emesse, ogni anno, dai giudici italiani. I nomi di questi querelati pretestuosamente e di questi condannati a pene sproporzionate non sono nella lista di Ossigeno. Chi vuole dire come stanno le cose, deve aggiungerli”.
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