L'AQUILA – Le sentenze, nelle motivazioni, saranno contenute all'essenziale, per evitare ritardi nell'emissione. Si eviterà così lo scandalo di Torino che ha ferito tutta l'Italia, anche se i Giudici hanno chiesto scusa al Popolo Italiano. Questo l’impegno del 55.mo Presidente della Corte d’appello dell’Aquila: una Donna "Eccellenza", la prima in Abruzzo dopo 155 anni di Uomini.
L’”ermellino” che dal 1862, e per 155 anni, copre il primo Presidente della Corte d’Appello dell’Aquila (come gli altri magistrati d’Italia), quest’anno, per la prima volta, è stato indossato da un alto magistrato donna. Cioè il 55.mo Presidente della Corte Fabrizia Ida Francabandera che, con il suo signorile personale allure, preceduta dai messi in uniforme con le insegne della Giustizia, alla testa di tutte le colleghe ed i colleghi magistrati, ha fatto il suo ingresso ufficiale nell’aula del Palazzo di Giustizia dell'Aquila per presiedere l’assemblea generale nell'inaugurazione dell’Anno giudiziario del distretto abruzzese.
Così, a tutti ha mostrato il nuovo che proporrà, con in mano il tocco, contrariamente alla secolare tradizione che vuole essere poggiato sul capo. Gesto che fonda sull’affermazione di Martin Luther King – contenuta nella relazione del Presidente Francabandera – “…può darsi che noi non siamo responsabili della situazione in cui ci troviamo, ma lo diventeremo se non faremo nulla per cambiarla”.
E l’Eccellenza Francabandera ha preso impegno – come ha detto – per modificare la situazione esistente entro gli uffici giudiziari dell’Abruzzo. “Non una rivoluzione, ovviamente, solo aggiustamenti operativi”, ha precisato.
Quali ad esempio?
“Le sentenze ridotte all’essenziale per ridurre i tempi di emissione”, ha aggiunto.
Sarà più agevole per il Presidente attuare la sua “rivoluzione, non rivoluzione” dei suoi uffici, quando fra qualche mese siederà nello studio tradizionale entro il ricostruito Palazzo di Giustizia di via XX Settembre.
Per il momento, l’Eccellenza Francabandera riceve nel suo studio di Presidente di sezione, al primo piano dell’edificio che da otto anni, per il terremoto, provvisoriamente ospita la Corte e gli uffici.
“Non salirò al terzo piano, sede dei Presidenti, finché non avrò smaltito il lavoro che qui si è accumulato”, ha rivelato. “Si eviti l’Eccellenza, perché io sono il Presidente della Corte di Appello dell’Aquila”, è l’invito più che cortese rivolto al cronista a conclusione del breve cordiale colloquio concessogli.