Roma – Papa Francesco ha concluso il viaggio pastorale in Colombia. Stamani al suo rientro a Roma, Bergoglio si è recato a Santa Maria Maggiore a pregare davanti all'icona della Salus Populi Romani. Nel pomeriggio si è già unito al C9, il consiglio dei nove cardinali che lo supportano nella riforma della Curia romana, che nella mattinata di oggi ha iniziato la propria riunione.
"A nome mio personale e del popolo italiano tutto, desidero porgerLe il più cordiale bentornato al rientro dal Suo viaggio apostolico in Colombia" scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella , ringraziando il Pontefice per il dialogo religioso in Colombia negli ultimi cinque giorni. "Confido che il significato pastorale e i risvolti politici della Sua visita possano rappresentare un forte incoraggiamento non solo per la Chiesa e la Nazione colombiana, che l'hanno accolta con tanto calore, ma per l'intera regione e per tutti i paesi oggi impegnati in percorsi di dialogo e riconciliazione – ha aggiunto-. Con profonda considerazione, Le rivolgo il mio affettuoso pensiero".
Il viaggio di Papa Francesco in terra colombiana ha emozionato il mondo intero e ha lasciato alla chiesa del Paese consegne precise: "Sostenere una inversione di rotta, fuggendo le lusinghe dei potenti di turno" e abbandonare "la comoda neutralità di quelli che non scelgono nulla per rimanere soli con se stessi".
Dall’inizio del suo Pontificato, Francesco si è sempre speso a favore degli accordi di pace con le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) e ora con l'ELN (l'Esercito di Liberazione Nazionale), che i vescovi di fatto hanno tentato di boicottarli quando hanno affermato il diritto dei credenti a votare "no" al referendum di ottobre se ritenevano fossero ingiusti. Papa Francesco ha condannato in modo incisivo anche se in forma di esortazione questo grave errore politico della Chiesa Colombiana: "Non fate tacere la voce di Colui che ci ha chiamati, e non pensate che siano la somma delle vostre povere virtù o le lusinghe dei potenti di turno ad assicurare il risultato della missione che Dio vi ha affidato". "La gente di questo meraviglioso paese e la sua cultura, non una classe, una frazione, un gruppo, un'elite" sono i protagonisti della pacificazione della Colombia e il suo risollevarsi dalla povertà e dell'ingiustizia – ha spiegato Francesco nella messa di Cartagena, condannando il "clericalismo" e chiedendo una conversione alla teologia del popolo in un paese dove tradizionalmente la chiesa ha sempre scelto di stare dalla parte delle oligarchie terriere e oggi anche industriali . "Non abbiamo bisogno di un progetto di pochi indirizzato a pochi, o di una minoranza illuminata o testimoniale che si appropri di un sentimento collettivo".
"Sappiamo cosa significa l'esperienza di lavorare senza alcun risultato. Anche questa nazione conosce questa realtà", ha osservato. Sarebbero necessari nuovi pastori per avviare un processo di rinnovamento etico della Chiesa colombiana.
Nel 2007 circa il 10,6% della popolazione che era riconosciuta come afro-colombiana rappresentava la terza più numerosa popolazione nera nelle Americhe, dopo quella degli Stati Uniti e del Brasile. In Colombia la distanza tra clero e praticanti è spiegata anche dal fatto che non vi è nemmeno un pastore afroamericano a differenza di Stati Uniti e Brasile dove numerosa è la percentuale di pastori di colore. "Non possiamo essere – ha ammonito il Papa – cristiani che alzano continuamente il cartello 'proibito il passaggio', né considerare che questo spazio è mia proprietà, impossessandomi di qualcosa che non è assolutamente mio". Così Papa Francesco nel condannare la distanza con il gregge accentuata dagli indirizzi pastorali indicati fino a oggi.