Immagini: 1)La nave Sirio 2) nave Orione
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Il pattugliatore Orione ha sostituito il 14 aprile nave Sirio nel pattugliamento delle aree del Canale di Sicilia interessate dalle attività di pesca delle flotte di motopesca siciliani. Le unità fanno parte del Comando Forze di Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera con sede ad Augusta.
Entrambe le Navi della Marina Militare, nei transiti da e per l’area di operazione, hanno assicurato contestualmente il pattugliamento delle aree di interesse minerario di competenza della “Direzione Generale per la Sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse” (DSG-UNMIG) del Ministero per lo Sviluppo Economico nell’ambito delle attività complementari svolte dalla Forza Armata.
Questa collaborazione interministeriale si esplica principalmente nella sorveglianza per la prevenzione degli inquinamenti delle acque marine e nel pattugliamento delle porzioni di mediterraneo aperte alle attività di esplorazione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, al fine di prevenire e rilevare attività non autorizzate o potenzialmente pericolose per l’ambiente marino.
In particolare le unità della Marina impegnate in attività a favore del MISE localizzano e identificano le unità di ricerca presenti nella zona, monitorandole costantemente; controllano il rispetto, da parte dei naviganti, delle zone di sicurezza stabilite intorno alle installazioni offshore con ordinanze delle Autorità Marittime e verificano il corretto funzionamento delle segnalazioni per i naviganti sugli impianti offshore.
Nel corso del 2017 sono state effettuate 3317 ore di pattugliamento in 263 missioni a favore della DSG-UNMIG senza interferire con la attività primarie di sorveglianza e tutela degli interessi nazionali svolte dalle Unità Navali della Marina Militare.
Nave Orione continuerà nei prossimi giorni le operazioni di pattugliamento relative alla Vigilanza Pesca (Vi.Pe.), attività con la quale la Marina Militare assicura dal 1959 la presenza navale continua nelle acque internazionali dello Stretto di Sicilia, per assicurare il libero esercizio dell’attività di pesca dei pescherecci nazionali nel pieno rispetto delle leggi nazionali vigenti.