Palermo – Un lungo applauso, le bandiere dell’associazione Libera, i palloncini con i colori del tricolore, i nomi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli striscioni per ribadire che 'Le loro idee camminano sulle nostre gambe'. Palermo ha accolto così la Nave della Legalità, salpata ieri da Civitavecchia con a bordo oltre mille studenti provenienti da tutta Italia e attraccata intorno alle 8 al porto del capoluogo siciliano. Sulla poppa dell'imbarcazione che Gnv ha messo a disposizione per l'evento campeggiano le gigantografie che ritraggono i giudici Falcone e Borsellino, Francesca Morvillo e gli otto uomini della scorta, a cui è dedicata l'edizione 2018 di Palermo ChiamaItalia. Ad accompagnare i ragazzi nel lungo viaggio che apre le celebrazioni per il 26esimo anniversario della strage di Capaci sono stati, tra gli altri, la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, l'ex presidente del Senato, Pietro Grasso, e il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho. L'ex presidente del Senato Grasso: "Su stragi ci sono tante cose ancora da accertare" Anche l'ex presidente del Senato Pietro Grasso ha parlato ai ragazzi dei due magistrati uccisi e poi ha ammesso: "Ci sono ancora tante cose che dobbiamo accertare, tanti misteri intorno alle stragi. La storia dei nemici della mafia uccisi solo dalla mafia ha bisogno di altre importati acquisizioni". Su Facebook ha poi pubblicato una lettera dedicata proprio a Giovanni Falcone: "Caro Giovanni, il tempo passa, passa eccome. Me ne accorgo guardando questa foto: eravamo a Roma, nei primissimi mesi del '90, lavoravamo assiduamente a una strategia complessiva per combattere la mafia e le sue ramificazioni nella società, nella politica, ell'imprenditoria. Il tempo passa, è vero. 26 lunghissimi anni nei quali ci sei mancato tantissimo come uomo, come amico, come collega. Molte volte ci siamo sentiti persi senza di te". E al porto di Palermo i ragazzi hanno trovato le delegazioni delle scuole della città e di tutta la Sicilia, Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente della Fondazione Falcone, il presidente della Camera, Roberto Fico, il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, e il sindaco Leoluca Orlando. Il presidente della Camera Fico: "La lotta alla mafia è una priorità" "Questa mattina è una sensazione incredibile", ha dichiarato il presidente della Camera Roberto Fico. "Mi ricordo quel pomeriggio di tanti anni fa, avevo quasi 18 anni. Ero a casa e mi arrivò la notizia dell'uccisione di Falcone e di tutta la scorta. Fu un momento che scosse l'Italia e mi ricordo che rimasi molto colpito. Il fatto che io sia in politica cone terza carica dello Stato deriva anche da quella sensazione". "Ogni Governo e ogni Parlamento- ha aggiunto Fico- devono avere come priorità la lotta alla mafia. Nel nostro Paese la mafia esiste noi dobbiamo sconfiggerla definitivamente, sia con i provvedimenti antimafia che con gli investimenti alle scuole per la formazione e l'educazione. La mafia non puo' durare in eterno. I molti ragazzi qui presenti sono il futuro".