L’11 agosto la Fregata Europea Multi Missione (FREMM) Federico MARTINENGO è entrata a far parte del dispositivo internazionale di antipirateria “ATALANTA” dispiegato in Oceano Indiano a tutela degli interessi nazionali ed europei sostituendo l’unità della stessa classe Carlo MARGOTTINI.
L’Unità navale della Marina Militare è partita il 6 agosto da Taranto e a salutare l’equipaggio, oltre a parenti ed amici, era presente il Comandante in Capo della Squadra Navale, ammiraglio di squadra Donato Marzano.
Nave Martinengo sarà impegnata a garantire la presenza e sorveglianza per la salvaguardia delle linee di traffico marittimo di interesse nazionale nel Corno d’Africa e nell’Oceano indiano in stretta collaborazione con nazioni alleate e amiche. Al contempo questa attività permette di garantire una qualificata presenza in Paesi dell’area con cui l’Italia intrattiene importanti rapporti politico-diplomatici, economici e di attività di cooperazione militare.
Durante il transito in Mediterraneo, la FREMM MARTINENGO ha assicurato anche supporto Operazione NATO Sea Guardian.
Nave Martinengo sarà impegnata nell’area di operazioni fino al prossimo mese di dicembre.
Approfondimenti:
La fregata Martinengo è la settima Unità del programma italo-francese FREMM e la terza commissionata in versione GP (General Purpose). L'unità è stata costruita negli stabilimenti Fincantieri di Riva Trigoso e Muggiano ed è la prima Unità Navale della Marina Militare a portare il nome dell'Eroe Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria (MOVMM) Contrammiraglio Federico Martinengo. La fregata, al comando del capitano di fregata Andrea Quondamatteo, ha un equipaggio di 168 tra uomini e donne, è lunga 144 metri di lunghezza e ha un dislocamento a pieno carico di 6.700 tonnellate. È una fregata polivalente, progettata all'insegna dell'innovazione e della flessibilità, in modo da operare attivamente nella tutela degli interessi nazionali e poter rispondere con successo agli scenari futuri.
L'operazione Atalanta è stata istituita dall'Unione Europea nel 2008 in risposta ai ripetuti atti di pirateria a danno dei mercantili in transito nell’area del corno d’Africa, con l'obiettivo primario di proteggere le navi del World Food Program (WFP), dell'African Union Mission in Somalia (AMISOM) ed altre unità vulnerabili, contrastando e prevenendo tali attacchi.
Anche grazie al decennale operato della missione, svolta in stretto coordinamento con le altre Marine operanti in questa parte di Oceano Indiano, il fenomeno della pirateria può oggi essere considerato in netta regressione e l’Operazione Atalanta, avvalendosi di specifiche risorse e richiamandosi ad un approccio ora più omnicomprensivo, può dedicarsi anche ad altri settori, il cui consolidamento è considerato ugualmente nevralgico per la stabilizzazione dell’area.
Attualmente Atalanta mette a disposizione le proprie capacità operative per monitorare le comunità somale costiere e le attività di pesca al largo delle coste della Somalia, per supportare le altre missioni dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali operanti in zona.