Sei minuti. Solo sei minuti è stata la durata del volo del Boeing 737 Max della Ethiopians Airlines partito da Addis Adeba e diretto a Nairobi, Kenya. Un volo gremito di personalità impegnate nel sociale, nella cooperazione e nello sviluppo. Da domenica mattina ad oggi sono state descritte in lungo e in largo le vite dei cittadini dei 35 paesi “coinvolti” nell’incidente. Oggi è stata finalmente trovata la camera nera (2 in realtà), che potrebbe far luce sulle ragioni di questo incidente. Purtroppo il territorio etiope non è nuovo nel sentire l’odore del sangue e della sofferenza. Probabilmente fa strano sentire tanti uomini bianchi che muoiono in Africa. Ma non è il caso di iniziare arringhe avverse al centralismo occidentale nel mondo. Infatti non si parla di una strage di semplici persone, ma di soggetti impegnati fortemente nel sociale e appartenenti per lo più a piccole realtà e organizzazioni che con lo sviluppo o il semplice assistenzialismo stavano contribuendo alle difficoltà dei territori limitrofi. In molti avrebbero partecipato alla conferenza ONU sull’ambiente, come le tre ragazze romane del WFP Virginia Chimenti, Pilar Buzzetti e Rosemary Mumbi. Altri a progetti inerenti il territorio e la cultura. Tra di loro Sebastiano Tusa, archeologo e assessore ai Beni culturali della Sicilia, definito da Sgarbi (suo predecessore) come uno “scienziato amante della bellezza oltre il partito”, diretto ad un progetto promosso dall’UNESCO.
Nell’attesa che si scopra la verità su come si è verificato l’incidente, in molti ritengono la tragedia come annunciata, o quasi. Si discute infatti su un difetto sistematico degli aerei in questione (indicatori della velocità) e già sono in molti a fare paragoni rispetto allo stesso modello di aereo caduto appena 5 mesi fa in Indonesia. Ciò che è sicuro è che per il momento la Cina ha sospeso tutti i voli delle proprie compagnie di bandiera, mentre Ethiopian Airlines e Cayman Airways hanno ritirato tutti i Boeing 737 Max presenti nelle loro flotte. La Boeing è crollata in borsa, dichiara di stare indagando sulle ragioni della tragedia. Però quel che più preoccupa è la perdita di persone così volenterose per lo sviluppo e la crescita dei paesi africani. Persone che hanno letteralmente dato la vita per il loro sogno. La speranza è che possa realizzarsi per mezzo del loro esempio di amore per il mondo.