Dal 1 gennaio 2019 al 18 ottobre 2019 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin) hanno rimosso oltre 50.000 ordigni esplosivi residuati bellici dai mari, laghi e fiumi italiani.
Questo importante traguardo è stato raggiunto anche grazie all’ultimo intervento d’urgenza condotto dagli operatori distaccati presso il Nucleo SDAI di Ancona che, chiamati dalla Prefettura di Bolzano, hanno effettuato l’ennesima campagna di bonifica nelle acque del lago di Varna (BZ)nel dal 30 settembre al 17 ottobre.
Durante questa attività sono state rimosse dai Palombari della Marina 549 bombe da fucile austriache della prima guerra mondiale, che vanno ad aggiungersi ai 33.313 manufatti inesplosi che sono stati tolti in totale dal fondo del lago dal 2017 e consegnati agli artificieri del 2° Reggimento GenioGuastatori di Trento della Brigata Alpina Julia dell’Esercito.
La complessa attività di bonifica condotta incessantemente dal Gruppo Operativo Subacquei del Comsubin nelle acque italiane, rientra tra i compiti d’istituto assegnati dal Paese alla Marina Militare per la salvaguardia della pubblica incolumità.
In particolare, questa missione è stata oggetto d’interesse dei reparti subacquei delle Forze Marittime degli Emirati Arabi che, in accordo al piano annuale di cooperazione con la Marina Militare, sono stati accompagnati dal G.O.S. per verificare come l’Italia conduca le operazioni subacquee per la bonifica degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi.
E’ bene ricordare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti che per forme e dimensione possano richiamare un ordigno esplosivo o parti di esso, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari della Marina al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare.
APPROFONDIMENTI:
Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.
Chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alle autorità di polizia competenti.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono già 52.124 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 20.564 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.
Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.