La Campagna “Taglia le ali alle armi” esprime la sua grande delusione per il dibattito avvenuto alla Camera sulle Mozioni parlamentari relative al Programma dei cacciabombardieri F-35, approvata ieri.
Ma cosa è accaduto, il dibattito sugli F-35 è stato un pilastro della comunicazione del Movimento 5 stelle sin quando era nelle file dell’opposizione nello scorso governo, ma oggi dichiara lo stesso Luca Frusone componente della commissione Difesa: «Le condizioni rispetto a 6 anni fa sono cambiate. Ci troviamo in uno stato avanzato del programma, ma è necessario avviare un dibattito franco sul tema, per evitare scelte sbagliate e affrettate, lasciando sempre da parte gli approcci ideologici».
Palazzotto di Leu dichiara “è necessaria una riflessione sul ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale e il nostro paese deve farsi promotore di una politica di riduzione degli armamenti, grazie a questo voto il Governo ha tutti gli strumenti per riaprire il negoziato e tornare all’obiettivo del dimezzamento del budget già approvato dal Parlamento italiano nel 2014. Adesso è arrivato il momento di farlo!!”
Ma cosa dice questa mozione così attesa, non chiede il taglio o la sospensione del programma, ma impegna il Governo solo “a valutare le future fasi del programma tenendo conto dei mutamenti del contesto geopolitico, delle nuove tecnologie che si stanno affacciando, dei costi che si profilano, degli impegni internazionali assunti dall’Italia, delle esigenze di contenimento della spesa pubblica, della tutela e delle opportunità? dell’industria italiana del comparto difesa e dell’occupazione, al fine dell’accrescimento del know-how nazionale, dell’accesso alla tecnologia straniera e delle risorse disponibili”.
Il coordinatore nazionale di Pax Christi, Don Renato Sacco, prendendo spunto dall’ editoriale del 10 novembre sul quotidiano La Stampa “Da Cameri a Candiolo, Sulle strade dell’Italia che innova”, dichiara “A Candiolo la ricerca oncologica è al servizio della vita, a Cameri la tecnologia degli F35 è a servizio della morte. A Cameri si producono aerei per fare la guerra, caccia di attacco e non di difesa, che possono trasportare anche bombe atomiche», quasi a voler distinguere una ricerca tecnologia per il bene ed una indirizzata al male.
Rimane sospesa la domanda – provocazione lanciata da Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo, ricordando che alcuni degli F35 destinati in Italia sono previsti di capacità nucleari,” Davvero l’Italia vuole basare la propria sicurezza sulla minaccia d’uso di ordigni genocidi ed inumani?”
I temi della sicurezza nazionale e delle spese nel comparto militare non possono essere risolti attraverso dichiarazioni o slogan di propagandistici. La questione armamenti e “protezione” è un tema molto delicato, e sicuramente non di facile lettura. All’interno di questo macro tema, si innestano altri micro temi, come l’occupazione, gli indotti, ma anche i finanziamenti alla ricerca, viene anche tirato in ballo il concetto di sicurezza nazionale, ma è pur vero che oggi la difesa di un popolo non può più essere basata sugli armamenti, che la sicurezza di una nazione non può più essere basata sulla forza bellica, la funzione di una politica degli affari esteri, ma anche di una politica del bene comune come da più parti sembra autodefinirsi questo governo, dovrebbe mirare proprio a creare alleanze, a creare relazioni capaci di trovare soluzioni ai conflitti usando la mediazione piuttosto che la forza, forse ci si sarebbe aspettato uno scatto in più ,“un atto” concreto verso un’ attenzione più concreta al “bene”. Prendendo anche in considerazione l’enorme costo economico che la corsa agli armamenti comporta.
Le organizzazioni pacifiste ricordano come l’Italia abbia già «sottoscritto contratti per almeno 28 velivoli spendendo fino ad ora una cifra di almeno 5 miliardi di euro (comprese le fasi iniziali di sviluppo). Se il profilo di acquisizione dovesse essere confermato saranno ancora almeno 9 i miliardi di euro da spendere, che diventeranno almeno 50 complessivamente lungo tutto il ciclo di vita del programma.
Diceva Ghandi “Tu e io non siamo che una cosa sola. Non posso farti del male senza ferirmi.”