Io non c’ero… l’ho appreso dai racconti degli adulti e dai libri di storia, già, quelli di una volta, usati fino a qualche decennio fa… apartitici ed apolitici, scritti in bianco e nero, noiosi e monotoni in quanto, seppur in diverse edizioni e linguaggi, raccontavano i fatti nudi e crudi degli avvenumenti del passato… libri noiosi, ma semplici e chiari che rendevano preparati anche gli studenti più acerbi e svogliati…
Io non c’ero 50 anni fa, ma sapevo e so che la strage di Piazza Fontana diede l’inizio ad anni bui ed oscuri per il Bel Paese.
Diciassette morti, dipendenti della banca, agricoltori, mediatori creditizi… madri, padrri, zii, nonne… persone, magari non proprio interessate alla politica, gente comune che aveva faticato, che lavorava e che, probabilmente programmava il futuro a lunga e breve scadenza come facciamo ogni giorno…
Preceduta da una serie di attentati poco noti in quanto non andati proprio a buon fine durante l’estate 1959 due bombe a Roma e una inesplosa a Milano, e, ualche settimana prima della bomba alla Banca dell’Agricoltura era morto in uno scontro con manifestanti l’agente Antonio Annarumma, a poche decine di metri da piazza Fontana con questa esplosione ebbe inizio il periodo drammatico degli “anni di piombo”.
Diacessette i morti, dicevamo, più uno… Infatti il 15 dicembre precipitò da una finestra della Questura di Milano l’anarchico – innocente – Giuseppe Pinelli, definito la “diciottesima vittima” di piazza Fontana, mentre un altro anarchico, Pietro Valpreda, fu incarcerato ingiustamente.
La spirale della violenza si allargò in un crescendo sempre più denso e drammatico.
Il 17 febbraio 1972 fu ucciso il commissario che stava interrogando Pinelli, Luigi Calabresi, accusato dell’omicidio del ferroviere anarchico; due anni più tardi, il 25 maggio 1974 la strage di piazza della Loggia ((8 morti) e la strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti). Fino ad arrivare alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).