l’editoriale di Nuccio Fava – già direttore TG1 e TG3 RAI
Si mette in moto finalmente un processo forse positivo sulla Libia. Un avvio complicato e difficile non certo di per sè risolutivo. C’è una dichiarazione comune affidata all’Onu che però i due signori hanno seguito solo da lontano senza mai incontrarsi. Un segno delle difficoltà persistenti e del lungo cammino da compiere.
Non molto distante dalla Libia, in Tunisia, la giornata è stata interamente dedicata a Bettino Craxi nel ventennale della morte. Parecchi i presenti, tanti i ricordi, i rimpianti e forse anche i pentimenti per l’abbandono in cui si è ritrovato il leader scomparso. Lo ha rievocato in questi giorni il film dedicato alla angosciosa e solitaria agonia ad Hammamet. Libertà creativa ed artistica del regista non allontanano il ricordo di grandi eventi della storia politica italiana di cui Bettino è stato protagonista. Sigonella prima di tutto e lo scontro con il presidente Reagan, telefonate raccontate in modo più o meno fantasioso dai giornali e l’arringa craxiana sul finanziamento illegale dei partiti, implicitamente molto severo con la magistratura milanese ma che chiamava maggiormente in causa i leader di tutti i partiti. Nessuno rispose a quel pesante interrogativo e a sottolineare il clima prevalente resta l’immagine orribile di quel cappio innalzato dai banchi della Lega di Bossi. C’era un clima avvelenato e odioso che esprimeva già le tensioni sociali e politiche intorno a tangentopoli, con un miscuglio indecente tra ira e urla della piazza come accadde nell’assalto all’hotel Raphael con il lancio delle monetine che tintinnavano sul tetto dell’auto di Craxi mescolandosi sinistramente alle grida “ladro ladro”per iniziativa di seguaci dell’onorevole Bontempo (an) e dell’onorevole Occhetto (pds). Era questo il clima del paese non solo dei facinorosi giunti da piazza Navona in largo Febo, quasi volessero giustiziare sulla piccola piazza l’onorevole Craxi. Forse nasce lì la permanente polemica contro la casta e gli esponenti in genere della politica, anche se non mancavano ovviamente singoli politici onesti mentre però tutto il sistema si finanziava con la corruzione e lo scambio.
Di tutto questo non poteva forse esserci traccia nel film di Amelio, dacchè la scelta artistica che merita sempre rispetto espressamente non intendeva affrontare quegli anni pur decisivi per l’Italia e che specie i più giovani sarebbe prezioso conoscessero. Craxi, certamente, resta un protagonista utile forse anche ora che di socialisti non ce n’è più, solo qualche mosca bianca mescolata nel Pd o nei gruppi misti. In compenso ce n’erano parecchi ad Hammamet, con garofani rossi , militanti e vecchi dirigenti in ginocchio sulla tomba, con qualche ammissione di colpa per averlo lasciato solo o in sostanza più o meno consapevolmente tradito. Se ne tornerà di sicuro a discutere sul piano storico, anche nel contesto di un ripensamento sulla sinistra e sulla socialdemocrazia in Europa e anche per il problema irrisolto della corruzione e del finanziamento della politica. Sono problemi di grande attualità e impellenti insieme alla più seria riflessione del rapporto tra politica e magistratura, questioni decisive per il futuro della nostra democrazia.
Nella foto: Nuccio Fava