Dopo l’omelia generale del 26 agosto in cui Papa Francesco inizia ad evidenziare le linee guida che saranno riportate nella nuova enciclica che a breve uscirà, sulla gestione post Covid, sembra evidente che si sia soffermato sull’idea di un futuro migliore. Nella libertà che contraddistingue l’uomo, che per i cristiani si chiama libero arbitrio, il papa sembra esortare il popolo di Dio ad un cambiamento radicale, ad una rivoluzione di cuori, più che di azioni. Ma è pur vero che se un cuore si rivoluziona, cambia anche il proprio modo di vedere le cose e quindi di agire.
Il 26 agosto, all’udienza generale dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, Francesco prosegue il ciclo di catechesi sulla crisi del Covid-19 analizzando le gravi conseguenze di una crescita economica iniqua. Giustizia sociale e tutela del Creato sono imprescindibili, ripete, levando un forte appello per i tanti bambini che nel mondo muoiono di fame e non hanno accesso all’istruzione, anticipando dei tempi che saranno ripresi nell’enciclica che dovrebbe uscire a giorni.
Si tratterà di un‘enciclica sociale ed economica per il mondo post-Covid, un testo di ragione e di cuore con il quale il Pontefice parlerà al mondo dei cambiamenti necessari nell’organizzazione sociale e produttiva, delle necessità di salvaguardare il creato, di farsi carico gli uni degli altri, della sempre più necessaria fratellanza umana. Una rinnovata dottrina sociale sulla scia di Paolo VI (Poplulorum progressio) e di Benedetto XVI (Caritas in veritate).
Il quadro di riferimento disegnato dal Papa Francesco per l’economia si trova soprattutto nella Laudato sì, che sviluppa a sua volta la Caritas in veritate di Benedetto XVI. Sono le due grandi encicliche sociali più recenti. Benedetto parlava di una economia in cui deve trovare spazio la logica del dono, il principio di gratuità, che esprime non solo la solidarietà, ma ancor più profondamente la fraternità umana. Francesco ha rilanciato il tema dello sviluppo umano integrale nel contesto di una “ecologia integrale”, ambientale, economica, sociale, culturale, spirituale. L’insegnamento sociale della Chiesa, a cui moltissimi riconoscono solidità di fondamento e di orientamento, dimostra di sapersi aggiornare con continuità per rispondere alle domande dell’umanità con coerenza e visione d’insieme.
Oggi la pandemia porta una scossa formidabile a tutto il sistema economico e sociale e alle sue presunte certezze, a tutti i livelli. I problemi di disoccupazione sono e saranno drammatici, i problemi di salute pubblica richiedono la rivoluzione di interi sistemi sanitari ed educativi, e il ruolo degli Stati e i rapporti fra le nazioni cambiano. La Chiesa si sente chiamata ad accompagnare il cammino complicato che sta davanti a tutti noi come famiglia umana. Deve farlo con umiltà e saggezza, ma anche con creatività.
Una nuova enciclica in vista anche del grande appuntamento dell’Economia di Francesco, da quando ad agosto il papa ha ripreso le udienze generali sembra preparare la strada alla nuova enciclica tanto da scegliere come titolo di questo nuovo percorso catechetico “Guarire il mondo”.
Il papa ripete in più occasioni e con più argomenti che siamo in una situazione di “limite”, in cui nasce il desiderio di possedere, di voler dominare i fratelli e le sorelle, di dominare la natura ed a tratti anche lo stesso Dio. Ma dice, sempre il papa, che questo non è il disegno della creazione.
Oggi Francesco ci fa vedere che la dottrina sociale della Chiesa non è più relativa alla questione operaia, ma è grande quanto il mondo, coinvolge in sé economia, natura, malattia sociale, politica.
Da una crisi come quella attuale “non si può uscire uguali, o usciamo migliori o usciamo peggiori” così ha dichiarato Papa Francesco nell’udienza generale del 26 agosto. Siamo sicuri che l’uomo ha in sé l’idea del bene comune, e che magari questa volta, proprio per l’eccezionalità del momento storico riesca a tirarne fuori tutto il meglio, rendendo questa ripartenza un momento di Comunione-relazionale per il bene comune, ma come più volte detto “nessuno si può salvare dal solo”, ed allora iniziamo a guardaci attorno e trovare nuovi alleati, per creare iniziare a progettare un futuro migliore, magari anche da lasciare a nostri figli…. Magari migliore di quanto a noi è stato trasferito.