America sotto choc per l’irruzione dei pro-Trump al Congresso. Oltre 50 gli arresti e 13 i feriti. Condanna di tutto il mondo. Il Tycoon è sempre più solo, bannato temporaneamente dai social network
Il Congresso ha ratificato (alle 9.45 in Italia) i voti del Collegio elettorale proclamando la vittoria del presidente eletto Joe Biden e della vicepresidente Kamala Harris. Il Senato e la Camera hanno respinto le obiezioni sollevate da esponenti del Gop. È stato il vicepresidente Mike Pence a dichiarare l’accettazione da parte del Congresso dei voti del collegio elettorale, spianando la strada alla cerimonia del giuramento il 20 gennaio.
In una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca, Trump afferma: “Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio”, aggiungendo inoltre: “Ho sempre detto che avremmo continuato la nostra battaglia per garantire che venissero conteggiati i voti legali”. La certificazione del Congresso Usa della vittoria di Joe Biden rappresenta “la fine del più grande mandato della storia presidenziale, ma è solo l’inizio della nostra lotta per rendere l’America di nuovo grande”.
Parole lontane dal desiderio di abbassare la tensione, di evitare, che animi già alterati prendano iniziative personali, organizzate, di possibili guerriglie.
Intanto ieri durante il congresso nel tempio della democrazia ci sono stati quattro morti, 13 feriti e 52 arresti: un bilancio provvisorio degli scontri nella manifestazione di protesta dei fan di Donald Trump nella capitale, il capo della polizia metropolitana di Washington Dc, Robert J. Contee, ha precisato che gli arresti sono stati 52 e che hanno partecipato alla marcia di Washington “Save America” circa 45.000 persone. Degli arresti, 47 sono stati effettuati per le violazioni del coprifuoco e ingresso illegale. Quattro per possesso di pistole senza licenza e un’altra persona è stata arrestata per possesso di armi proibite. Le autorità hanno anche recuperato una bomba artigianale dal Comitato nazionale democratico e un’altra bomba dal Comitato nazionale repubblicano.
Sembra scontato che il momento non sia frutto di una “sommossa” nata dalla “pancia” del popolo, ma che sia stata costruita ed alimentata da una amministrazione che ha usato l’odio, e la paura per costruire il proprio consenso, senza rendersi conto che la generazione dell’odio non è controllabile né gestibile. L’odio si autogenera e non riconosce leader o padroni, un’anarchia pura, odio per odio. L’odio fagocita in sé tutto ciò che tocca, tutto ciò che incontra, non resta nulla se non morti, feriti e perdita di libertà e democrazia…. Ma ancor più pericoloso è colui che pensa di saper governare l’odio, che pensa di farne un uso per fini personali…. Ne abbiamo visto ieri un esempio…. Un presidente della più grande democrazia al mondo oggi viene associato al più basso e squallido attacco alla democrazia, non da una nazione esterna o da popolazioni che odia l’America, ma da figli e figlie della stessa America, figli e figlie che proprio grazie a quella democrazia potevano manifestare…. Ma la violenza è un’altra cosa… la violenza è la perdita indiscussa della democrazia, della libertà, del senso stesso di stare insieme, altro che bene comune, diviene una vera e propria legge del taglione, in cui il più forte prevale sul più debole…. e chi lo dice che il più forte sono io…….
Sembra iniziare a vacillare in America, ma anche nel mondo lo “stato di diritto”, due eventi uno che continua a perpetrarsi nella Bosnia ed uno avvenuto ieri in America, sembrano evidenziare che il populismo estremo, quello che si nutre delle paure non è solo ideologico, ma fa vittime vere, fa vittime che hanno nome e cognome, speranze e sogni.
Penso che quel che successo ieri sia lo specchio delle manovre oscure che attraversano il mondo e che puntano ad influenzare maggiormente la parte più fragile della popolazione e quindi più esposta al raggiro psicologico…
Non a caso mosca e Pechino a tamvuro battente stanno divulgando le immagini di ieri..