Milano – Ristori, ma soprattutto lavoro. Con un appello: fateci ripartire prima di settembre, “altrimenti sarà la morte per molti di noi”. Palestre, piscine, centri sportivi e centri fitness milanesi tornano a protestare, questa volta sotto Palazzo Pirelli, sede del consiglio regionale della Lombardia, cercando aiuto per risolvere una crisi, quella che ha attanagliato il comparto durante la pandemia, che ha picchiato come non mai. “Io personalmente ho avuto 6.000 euro in due lockdown, non ci ho fatto niente, non ho pagato neanche le utenze”, racconta alla ‘Dire’ Max Greco, gestore di una palestra e tra gli organizzatori della protesta di oggi, un flash-mob ‘vestito’ da vera e propria lezione all’aperto. “La prima cosa da considerare è che noi siamo l’unica attività che riduce l’incidenza di malattie e migliora la salute, facendo prevenzione, però durante una pandemia chiudiamo. E’ assurdo”, afferma Pier D’Agri, titolare di più di un centro fitness, tra la città e l’hinterland.
Non solo: “Noi- spiega D’Agri- tracciamo meglio di tutti le persone che frequentano i nostri centri. Se un cliente dovesse risultare positivo io in tempo zero so tutti i dati, e in tempo zero posso tracciare alla perfezione, perché so tutto: come si chiama, dov’è nato, numero di telefono, quando entra e quanto sta nel centro”. I manifestanti chiedevano di essere ricevuti dalla giunta. Per ora l’unico ad averli incontrati è il capogruppo di FdI a Palazzo Pirelli, Franco Lucente.
“Qualche giorno fa è stata annunciata da Regione Lombardia la possibilità di estendere le vaccinazioni anti-covid all’interno delle aziende, con facoltà per il datore di lavoro di somministrazione dei vaccini ai dipendenti”, afferma Lucente, secondo cui “non vi è motivo di escludere da tale possibilità i gestori di palestre, piscine e scuole di danza”, anche in considerazione del fatto che queste strutture “già collaborano con medici che ben potrebbero somministrare il vaccino non solo ai dipendenti e ai collaboratori, ma anche agli utenti”.
***Da Agenzia DIRE