“Onoriamo la Giornata del ricordo dell’Olocausto che commemora la rivolta del Ghetto di Varsavia, nell’aprile del 1943, ricordiamo i sei milioni di vittime dell’Olocausto, uomini, donne e bambini, giovani vecchi, che hanno perso la loro vita solo unicamente per il fatto di essere ebrei. Possa la loro memoria essere benedetta. Essi rimarranno con noi sempre” con queste parole Oren David, Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede ha commemorato lo Yom ha-Shoah, il Giorno della Memoria dell’Olocausto, una delle date più importanti del calendario ebraico in memoria di sei milioni di ebrei, uomini, donne e bambini, assassinati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Tutta la nazione israeliana si è fermata per due minuti di silenzio al suono delle sirene. Ovunque fossero stati nel mondo, in viaggio, sui mezzi di trasporto, gli israeliani hanno interrotto ogni loro lavoro e attività e con un gesto corale, in piedi e con la testa china hanno ricordato questo giorno di lutto e di dolore.
La cerimonia principale – trasmessa in diretta da tutte le reti televisive – ha avuto luogo in serata al museo Yad Vashem di Gerusalemme alla presenza del capo dello Stato Reuven Rivlin, del presidente della Knesset Yariv Levin e del premier Benyamin Netanyahu.
Quest’ultimo, nel discorso ufficiale ha fatto riferimento alla delicata questione del nucleare iraniano: “L’accordo sul nucleare con l’Iran torna adesso sul tavolo. Ma la storia ci ha insegnato che accordi con regimi estremisti non valgono alcunché – ha tuonato il premier –. Ai nostri amici ripeto che un accordo con l’Iran che spiani la strada verso armi atomiche che ci minacciano di distruzione, non ci impegnerà”.
Cerimonie di commemorazione si sono svolte anche nelle scuole. In Israele vivono tuttora 175 mila sopravvissuti alla Shoah. La Giornata del ricordo fu celebrata per la prima volta nel 1951 e la data scelta per la commemorazione è vicina all’inizio della rivolta del Ghetto di Varsavia, il 19 aprile 1943