Sempre un passo indietro alla regina Elisabetta, riconoscente per la vita a sua moglie, consapevole del ruolo che rivestiva, il Duca di Edimburgo è deceduto oggi a 99 anni. Ad annunciarlo pochi minuti fa, in una nota, Buckingham Palace. Avrebbe compiuto 100 anni a giugno.
È deceduto nel Castello di Windsor, dove insieme alla regina da ormai un anno si erano ritirati a causa del Covid.
Secondo principe consorte negli ultimi 300 anni nella storia della corona inglese, ha detenuto tuttavia il record di durata del suo incarico.
Da più di settant’anni a fianco di Elisabetta, era l’unico a cui era concesso ammonirla quando necessario e avere una confidenza tale da poterla chiamare con il suo diminutivo di “Lilibet” (solo i parenti più anziani potevano chiamarla così, ma una volta deceduti Filippo era rimasto l’unico).
Nato a Corfù il 10 giugno 1921, figlio del principe Andrea di Grecia e Danimarca e, per parte di madre, discendente di un nobile casato tedesco, nel luglio 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale, Filippo era un cadetto 18enne al Royal Navy College, quando re Giorgio VI venne a visitare la sua accademia militare portando con sé Elisabetta. Lei gli scrisse durante gli anni della guerra, dove lui si distinse in battaglie navali nel Mediterraneo. Terminato il conflitto, il re approvò le nozze. Ma Filippo dovette convertirsi dalla religione greco-ortodossa a quella anglicana; essere naturalizzato britannico, prendendo il cognome Mountbatten; rinunciare ai diritti al trono greco, da cui era stato deposto suo zio Costantino; e ricevere il titolo di duca, ma non di principe che gli sarebbe stato assegnato solo dieci anni più tardi. Comprensibilmente, a parte sua madre, nessun membro della famiglia di Filippo fu invitato al matrimonio. Le sorelle infatti erano sposate con nobili tedeschi simpatizzanti del nazismo.
Alla regina madre, mamma di Elisabetta, non era mai piaciuto: in privato lo chiamava l’Unno.