La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito nei giorni scorsi, con due importanti sentenze, che la Turchia ha violato i diritti di Ahmet Altan e Murat Aksoy, giornalisti turchi accusati di appartenere a organizzazioni criminali.
Ahmet Altan ha lasciato la prigione, dopo una detenzione durata oltre quattro anni.
Ahmet Altan, 71 anni, tra i più noti giornalisti e scrittori turchi, fu arrestato nel settembre del 2016, poche settimane dopo il tentativo di colpo di stato di luglio, con l’accusa di appartenere a un’organizzazione criminale e di aver, “attraverso una serie d’articoli, diffuso all’opinione pubblica messaggi subliminali che evocavano un colpo di stato”. Accusa poi tramutata in appoggio esterno a un’organizzazione criminale.
Murat Aksoy invece venne arrestato alla fine d’agosto di quell’anno con l’accusa di assistere intenzionalmente un’organizzazione criminale. Anche per Aksoy il capo d’accusa è stato trasformato in tentativo di rovesciare il governo con la forza.
«La Corte – si legge nella sentenza emessa da Strasburgo – ha trovato che le critiche del richiedente all’approccio politico del presidente (Erdogan) non possano essere intese come la prova che fosse a conoscenza del tentato golpe in anticipo. Per questo la logica applicata al caso dalle autorità non può essere considerata una valutazione accettabile dei fatti».
Con la sentenza di Strasburgo si stabilisce anche che la Turchia dovrà risarcire sedici mila euro ad Altan, e quasi dodicimila a Aksoy per causati danni morali. Inoltre i giudici della Corte Europea dei Diritti Umani hanno stabilito che sono stati violati i diritti alla libertà d’espressione dei due giornalisti.