Oggi chiamiamo eroi i medici, i pompieri, gente comune e tutti coloro che con coraggio si preoccupano e si battono per salvare l’umanità. Tuttavia talvolta definiamo eroi coloro che nel loro “gesto eroico” celano avidità ed egoismo, trasmettendo purtroppo un messaggio sbagliato ai giovani.
Ma dietro a tutti questi eroi, finti o reali che siano, spesso si nascondono persone che con semplicissimi gesti, come la fiducia nel genere umano, cambiano la vita delle persone.
È il caso di Christian Carlassare, missionario 43enne in Cambogia e da poco nominato da Papa Francesco Vescovo di Rumbek in Sud Sudan, il più giovane vescovo cattolico italiano al momento della sua elezione.
Perché il missionario Carlassare è un eroe?? Di per sé già la sua attività missionaria lo consacra di fatto come tale, ma lo definiamo eroe soprattutto per la sua bontà d’animo che non si ferma neppure di fronte ad un attacco ignobile come quello che ha subito alcuni giorni fa.
Nella notte tra il 25 e il 26 aprile due persone armate, ancora sconosciute, hanno fatto irruzione nella casa di monsignor Christian Carlassare e gli hanno sparato alle gambe, dandosi poi alla fuga.
Padre Christian è poi stato subito soccorso, ma avendo perso molto sangue è stato immediatamente trasferito in Kenya per una trasfusione.
Ed è qui che il super potere del missionario è uscito fuori, un potere che fa di lui un vero eroe moderno. Prima di essere trasportato in elicottero ha infatti rilasciato una dichiarazione dove senza esitare ha perdonato i suoi attentatori e ha chiesto di pregare per la gente di Rumbek che soffre più di lui.
Un gesto dunque di estrema umanità, che van ben oltre un piccolo gesto benefico. Dimostra l’enorme fiducia e amore verso il genere umano, un atteggiamento superiore che lo rende un eroe al di sopra di tutti gli eroi.