Migranti: Papa Francesco ed il momento della vergogna del mondo occidentale

L’appello del Santo Padre dopo l’ennesima, non ultima, strage di migranti nel Mediterraneo (130 sic!) dello scorso 23 aprile

Papa Francesco è sempre stato una persona molto schietta e diretta, soprattutto nelle questioni che sono legate indissolubilmente alla fede cristiano-cattolica come l’aiuto verso il prossimo e l’accoglienza. Per questo non stupisce che dopo la preghiera mariana del Regina Caeli, in Piazza San Pietro, domenica scorsa, abbia ricordato le recentissime vittime fagocitate nel Mediterraneo centrale, uno dei più grandi cimiteri al mondo, e abbia al contempo chiesto a tutti di interrogarsi su questa ennesima tragedia. Una profonda richiesta di sostegno e di preghiera per coloro che sono morti e che continuano a morire (“Sono persone. Sono vite umane” ricorda il Santo Padre), ed una ancor più incessante preghiera per coloro che potrebbero aiutare ma che preferiscono guardare da un’altra parte. Su questi ultimi, che in effetti comprendono tutti noi occidentali, ricade il “momento della vergogna” richiamato da Papa Francesco. Vergogna per non aver fatto nulla, per aver respinto, finanziato la guardia costiera libica per affondare i gommoni dei migranti e torturarli nei centri di detenzione. Vergogna anche per aver lasciato morire in mare delle persone naufraghe da 2 giorni, ricorrendo alla ormai nota tiritera dell’agire solo in casi inevitabili e possibilmente di far agire un altro Paese. Il gioco diabolico del voler accollare ad altri il peso di queste persone. Si badi bene, diabolico non perché non sia giusto dividere il “peso” dell’accoglienza tra i Paesi europei, ma perché in gioco vi sono vite umane ed è inconcepibile dover dare un prezzo in termini di convenienza alle stesse.

Dunque il Santo Padre si è unito agli appelli di UNHCR, IOM e delle ONG che lavorano e lottano nel Mediterraneo nei confronti dell’Unione Europea, affinché inizi a rispettare i principi di accoglienza e uguaglianza che ne sono il pilastro portante.

Purtroppo questo rischia di essere l’ennesimo momento in cui ci si crogiola nella vergogna e nel dolore, in cui per qualche giorno si parla sui media dello strazio e delle stragi che avvengono nel Mediterraneo, passando dalla prima alla terza a un piccolo trafiletto nascosto sotto una pubblicità, indicante la prossima strage, magari di numeri più contenuti di 10-20 persone che poco scandalizza e scompare nell’etere nel corso della giornata.

L’unico modo per porre fine a questa ecatombe è, oltre che pregare anche solo silenziosamente come ha ricordato il Santo Padre, anche mantenere alta l’attenzione per esempio informandosi su quanto accade ogni giorno nel Mediterraneo (qui un link con i numeri degli arrivi in Europa per esempio), su quante persone perdono la vita ogni giorno e dove (la maggior parte nel “nostro” Mediterraneo centrale come facilmente consultabile qui), e infine provando a non girarsi dall’altro lato, a promuovere le idee di accoglienza e di aiuto, a dedicarsi verso i più deboli, che rimangono pur sempre degli esseri umani.

Stampa Articolo Stampa Articolo