Il 20% del territorio italiano è a rischio desertificazione. Nel mondo ogni ora vanno persi 1300 ettari di terra coltivabile, a causa della siccità. Secondo l’Atlante Mondiale sulla Desertificazione la percentuale della terra degradata potrebbe raggiungere il 90% nel 2050. Questi e altri numeri allarmanti hanno accompagnato la Giornata mondiale della lotta alla desertificazione della settimana scorsa.
Gli agricoltori hanno lanciato un SOS e l’ ANBI (l’associazione dei consorzi di bacino ovvero gli enti pubblici che gestiscono i bacini di fiumi e laghi), ha lanciato tra le priorità quelle di “costruire nuovi invasi per raccogliere l’acqua piovana e intervenire sugli acquedotti per eliminare le perdite”.
“E’ fondamentale la funzione ecosistemica dei 200.000 chilometri del reticolo idraulico, che deve essere adeguato alla crisi climatica. Il nostro Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica prevede 729 interventi di manutenzione straordinaria, sulla base di progetti definitivi ed esecutivi, capaci di attivare quasi 12.000 posti di lavoro, grazie ad un investimento di circa 2 miliardi e 365 milioni di euro”, ha dichiarato proprio il presidente di ANBI, Massimo Gargano.
La Giornata si celebra da 26 anni, ma quali risultati? Si legge sul web che Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO, ha dichiarato che è probabile che il fenomeno provocherà la migrazione di 135 milioni di persone in tutto il mondo entro il 2030. Un dramma umanitario come al solito si accompagna a quello ambientale.
Tra gli impegni annunciati entro il 2030 quello di oltre 100 paesi di ripristinare quasi un miliardo di ettari ovvero un’ area grande quasi quanto la Cina.
“Dobbiamo fare pace con la natura. La Terra può essere il nostro miglior alleato” ha detto Antonio Guterres, il Segretario generale delle Nazioni Unite.
L’insidia però è sempre dietro l’angolo. Ed ecco il caso Sicilia. Come riportato da diverse testate, la Sicilia, terra del sole, rischia di diventare deserto per altre ragioni. Non inquinamento, non clima, ma impianti fotovoltaici a tappeto che cannibalizzeranno tutto: coltivazioni, paesaggio, turismo legato al territorio. “Là dove c’era l’erba ora ci sono milioni di pannelli” scrive Meridionenews, ma il titolo sulla Sicilia in pericolo corre sul web tra testate locali e nazionali. E il grande timore è che il Recovery Plan possa peggiorare questa proliferazione di progetti a cascata con nuovi fondi. Ancora una volta la parola alle Istituzioni. La prossima Giornata di lotta alla desertificazione avrà di sicuro un deserto nuovo, nel Belpaese, da combattere. Più insidioso forse, condito bene nell’abito della fonte rinnovabile del nuovo millennio, ma che sempre erba mangia, sempre degrada, sempre toglie campi all’agricoltura e ruba paesaggio agli occhi del viaggiatore.
*Foto da Press Kit ANBI